Rigopiano, spunta la riunione fantasma nel magazzino dell'acqua per «aggiustare» le date

Rigopiano, spunta la riunione fantasma nel magazzino dell'acqua per «aggiustare» le date
di Stefano Buda
Martedì 23 Ottobre 2018, 10:28 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 09:41
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Lacune, negligenze e punti oscuri nelle ore che precedono il disastro. Maldestri tentativi di rimettere insieme i cocci nei giorni successivi alla tragedia. E' lo scenario che continua ad affiorare da carte e testimonianze, a quasi due anni da quel maledetto 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse l'Hotel Rigopiano di Farindola uccidendo 29 persone. A fornire nuovi particolari è l'inchiesta realizzata da Ezio Cerasi per Buongiorno Regione, andata in onda ieri mattina su Rai3 (le altre due puntate saranno trasmesse oggi e domani). Una fonte riservata ci proietta al pomeriggio del 24 gennaio 2017. Sono passati sei giorni dal disastro e l'ex prefetto Francesco Provolo convoca in fretta e furia una riunione nel Palasport di Penne, che in quei giorni fa da campo base per i soccorritori. La struttura dispone di uno spazio con tavoli, sedie, telefoni e pc, ma la riunione si tiene in un angusto magazzino.

«Mi fanno entrare nel retrobottega del palazzetto, in un deposito con una catasta di acque minerali - racconta, senza mostrare il volto, il testimone che ha partecipato a quell'incontro -. Una segretaria stava facendo un verbale su quello che era successo il 18 gennaio, era un vero tavolo tecnico operativo». Una riunione ufficiale, quindi, ma al riparo da occhi indiscreti. Probabilmente perchè, mentre si scava ancora alla ricerca degli ultimi due dispersi, in quella riunione - come riferisce la fonte - si parla solo di quanto accaduto prima del 18 gennaio. Ma soprattutto perchè quella riunione - come la descrive il testimone - è carica di tensione, con i toni che si fanno accesi quando uno dei partecipanti si ribella, rifiutando di sostenere una versione falsa dei fatti accaduti subito dopo il disastro, caratterizzati da una girandola di telefonate con equivoci e richieste d'aiuto non credute.

Le carte confermano che l'incontro c'è stato ed è durato due ore e 15 minuti. Il verbale reca la dicitura “Riunione tecnica di coordinamento”, ma dalle quattro pagine, finite negli atti dell'inchiesta della Procura di Pescara, emerge che quel pomeriggio non viene coordinato alcunché: l'ex prefetto introduce gli argomenti, ripercorrendo quanto fatto e accaduto dalla notte del 15 gennaio alla sera della tragedia. Altri presenti si soffermano sui primi allarmi telefonici e sulla lunga catena di equivoci. Poi il prefetto "ricorda" che la mattina del 16 gennaio «era stata disposta la convocazione del Comitato Operativo per la Viabilità (Cov), per un migliore monitoraggio delle arterie autostradali e della rete viaria provinciale». Una circostanza che però contrasta con le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti da altri membri del Cov, che affermano di non essere mai stati convocati per il 16 gennaio. Spetterà all'inchiesta della magistratura, ormai in dirittura d'arrivo, fare chiarezza su questi e su molti altri aspetti.
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