Rimini, segrega in casa moglie e figlia, obbligandole a evitare gli «italiani infedeli»: denunciato

Rimini, segrega in casa moglie e figlia, obbligandole a evitare gli «italiani infedeli»: denunciato
Domenica 1 Luglio 2018, 18:44 - Ultimo agg. 3 Luglio, 19:00
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Sprecava lo stipendio alle slot machine e ai videogiochi. E obbligava la moglie, tunisina come lui, e la figlia, a vivere in un regime da recluse. «Gli italiani sono tutti infedeli», diceva, mentre le segregava in casa. Dopo anni di vessazioni e botte, la donna ha deciso di sporgere denuncia. L'uomo teneva lei e la figlia rinchiuse in un garage senza luce e senza finestre. Le aveva recluse perché non si «contaminassero» con gli italiani. La donna, 34 anni, ha chiamato il 112. I militari hanno rotto la saracinesca metallica che chiudeva la stanza e hanno liberato madre e figlia.

Poi, la denuncia. La 34enne ha raccontato che da quando era arrivata in Italia, sei anni prima, la sua vita era diventata un incubo: nessuna possibilità di socializzare e di avere amici. Nessuna possibilità di uscire, se non accompagnata dal marito, che la picchia e la umilia. Lui non lavora da due mesi, ma continua a sprecare i risparmi di famiglia in sala giochi. Quel pomeriggio, spaventata, la donna ha deciso di non aprirgli la porta del garage. E lui, folle di rabbia, ha distrutto il meccanismo elettronico che governa la serranda, praticamente murando vive moglie e figlia.
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