Morta Rita Calore, mamma di Stefano e Ilaria Cucchi. «Si è arresa per riabbracciare il figlio»

Stefano e Ilaria Cucchi, morta la mamma Rita Calore. «Si è arresa per riabbracciare il figlio»
Stefano e Ilaria Cucchi, morta la mamma Rita Calore. «Si è arresa per riabbracciare il figlio»
Lunedì 17 Ottobre 2022, 09:14 - Ultimo agg. 18:55
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La vicenda del figlio, quella morte arrivata dopo un pestaggio delle forze dell'ordine e i tanti depistaggi messi in atto per insabbiare la verità, le ha segnato la vita. Ha lottato assieme alla figlia Ilaria e al marito Giovanni per avere giustizia per Stefano. Nonostante la malattia con cui combatteva da anni Rita Calore, madre del geometra romano morto nel 2009, è riuscita a vedere condannati gli autori. Si è spenta oggi, a 73 anni, a pochi giorni dal deposito delle motivazioni della sentenza con cui il giudice monocratico della Capitale ha condannato otto militari dell'Arma accusati di avere operato negli anni per nascondere la verità sulla morte di Cucchi. «Questa mattina Rita si è arresa per andare a riabbracciare Stefano - ha scritto su Fb, Fabio Anselmo, storico legale della fa miglia Cucchi -. Il figlio mai perduto. Lo scrivo con tanta emozione e mi stringo a Giovanni ed #Ilaria. Non mi viene altro da dire a questa grande famiglia».

Tredici anni a combattere per il figlio Stefano

Rita si è battuta strenuamente, per oltre 13 anni, per accertare quanto avvenuto nella caserma dei carabinieri dove Cucchi era stato portato per il fotosegnalamento dopo il fermo per detenzione di sostanze stupefacenti.

Proprio a lei, alcuni giorni dopo, era toccato appurare la tragica fine del figlio: un carabiniere, dopo che lei e il marito stavano cercando di avere notizie di Stefano, le comunicò che era morto e che dovevano nominare un consulente per l'autopsia sul corpo del 31enne. Nel 2019 Rita ha scoperto di essere malata ma non si è arresa e finché ha avuto le forze è stata presente in tribunale, nelle aule a seguire i processi. Procedimenti in cui è stata chiamata anche a testimoniare su quei terribili giorni di ottobre di 13 anni fa. «La morte di un figlio è terribile, non ti potrai mai rassegnare» aveva detto in aula nel corso del processo a carico anche dei carabinieri accusati del pestaggio.

E ancora: «La sera prima dell'arresto, Stefano mi disse 'abbracciami, dormi tranquilla, vedi che adesso sto benè. Fu l'ultimo abbraccio con mio figlio» e poi, in lacrime, il ricordo del giorno in cui vide il suo corpo in obitorio. «Non l'ho riconosciuto. Quello che vedevo non era più Stefano - disse davanti ai giudici di corte d'assise - era uno scheletro, tutto nero, un occhio di fuori, la mascella fratturata». Parlando della tragedia del figlio, la donna non usava giri di parole. «Questa storia ci ha distrutto fisicamente e economicamente, abbiamo passato momenti terribili. Abbiamo chiesto prestiti in banca per far fronte alle spese del processo, io mi sono ammalata. Il lavoro ne ha risentito, lo studio di geometra è andato sempre peggio: nonostante questo andiamo avanti». Nell'aprile scorso Rita non era presente in Cassazione per la sentenza definitiva per quel pestaggio ma affidò al suo legale, l'avvocato Stefano Maccioni, il suo pensiero, le sue emozioni. «Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni, almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causando la sua morte». Moltissimi i commenti, anche della politica, di vicinanza alla famiglia Cucchi. «Ci stringiamo a Ilaria. Oggi ancor più di ogni giorno», ha scritto su Twitter, il segretario del Pd Enrico Letta mentre il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha definito Rita come «una donna coraggiosa».

 

 

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