Roma, Andrea Gioacchini ucciso davanti all'asilo dei figli alla Magliana: il regista Muscariello sotto inchiesta

Roma, Andrea Gioacchini ucciso davanti all'asilo dei figli alla Magliana: il regista Muscariello sotto inchiesta
di Camilla Mozzetti
Lunedì 5 Settembre 2022, 06:57 - Ultimo agg. 12 Settembre, 15:14
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Dalla Magliana alla Campania: andata e ritorno, seguendo la strada tracciata dalla camorra. Potrebbe essere questo il contesto dentro cui è maturato e ha preso forma l'omicidio di Andrea Gioacchini il 10 gennaio 2019. Più di tre anni a cercare assassino e movente, con degli elementi già validi ma con un punto di svolta che ora potrebbe conclamarsi grazie a quelle chat Sky Ecc decriptate in Francia e inviate alle autorità italiane, mostratesi già utili a chiarire i contorni di altri omicidi di mala.
Andrea Gioacchini quando morì aveva 34 anni e una sfilza di precedenti alle spalle per usura ed estorsione. La mattina di quel gennaio aveva appena lasciato i due figli all'asilo nido di via Castiglion Fibocchi quando, con la compagna, stava per ripartire a bordo della sua Toyota Yaris ma non ebbe il tempo neanche di accendere il motore. Un uomo, a bordo di una moto con il casco integrale a coprire il volto, gli scaricò addosso quattro colpi di una calibro 7.65. Già nell'immediatezza del delitto non ci furono dubbi: si trattava di un regolamento di conti ma orchestrato da chi e per quale motivo?

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GLI SVILUPPI
Le risposte potrebbero arrivare a breve e potrebbero incardinarsi all'interno di dissidi maturati con clan campani che da anni fanno affari nella Capitale a suon di stupefacenti, prestiti a strozzo, estorsioni.
Nelle indagini sull'omicidio, condotte dalla Squadra Mobile, sono tornate utili altre due operazioni svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci che a marzo scorso e all'inizio dell'anno svelarono da una parte gli affari dell'albanese Elvis Demce e dall'altra come un produttore cinematografico - Daniele Muscariello - sempre legato all'albanese, ripuliva insieme ad un poliziotto corrotto i soldi sporchi per il clan D'Amico-Mazzarella, tra i più potenti della Campania con propaggini anche a Roma.

Se non tanto da quest'ultima operazione, importante ai fini dell'inchiesta sull'omicidio Gioacchini risulterà l'attività svolta nella prima operazione anche grazie a quei messaggi decriptati oltre le Alpi. Nell'epopea Demce - che ricordiamo essere stato legato anche a Fabrizio Piscitelli e che dopo la dipartita del capo ultrà avrebbe prestato il fianco ai presunti mandanti (Bennato, Molisso & Co.) - ci sono due conversazioni su cui si stanno ora concentrando le verifiche.

 

La prima è datata 12 settembre 2020: in quell'occasione Demce racconta ad un suo sodale di aver mandato il proprio braccio destro, Alessandro Corvesi, nell'ufficio di Muscariello all'Eur per sapere tramite l'aggancio che il produttore aveva con il poliziotto corrotto (presente all'incontro) se ci fossero indagini a loro carico. Le indagini c'erano e furono svelate: l'albanese era sotto tiro per l'omicidio Piscitelli, Muscariello per quello di Gioacchini alla Magliana. Qualche mese più tardi, è il febbraio 2021, sempre via chat viene ribadito quanto scoperto. Sul produttore legato ai D'Amico-Mazzarella c'è un'attività investigativa per l'omicidio della Magliana. Avviate le dovute verifiche, con delle prime informative già trasmesse all'autorità giudiziaria, potrebbero a breve cristallizzarsi posizioni e ruoli senza escludere il coinvolgimento di altri soggetti, tornati da poco agli onori delle cronache e in carcere, che alla Magliana hanno sempre lavorato per conto della camorra.
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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