Carabinieri accoltellati da un clochard
Il colonnello: «Sono vivo per miracolo»

Carabinieri accoltellati da un clochard Il colonnello: «Sono vivo per miracolo»
di Paola Vuolo
Giovedì 11 Settembre 2014, 07:44 - Ultimo agg. 22:25
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Ho deciso di intervenire perch la situazione era critica. Dovevo capire come gestirla al meglio. Sono vivo per miracolo, mi andata bene, stata una questione di centimetri, bastava che la lama andasse pi in profondit e per me, forse, sarebbe stata la fine.

Il colonnello Claudio Rubertà alla guida del Nucleo radiomobile parla a fatica. Ha una ferita al fianco, un clochard lo ha pugnalato in un pomeriggio di violenza e follia in piazza della Libertà, in Prati. Il barbone ha ferito anche altri tre carabinieri, ferite superficiali, la pugnalata più brutta l’ha sferrata al colonnello. Sono le 17.30, al centralino del 112 arriva la chiamata di un negoziante della zona. Un barbone sta dando fastidio ai passanti, è uno che in zona hanno visto altre volte, un tedesco, si chiama Bogner Klaus Dieter, di solito si limita a qualche insulto, ma oggi è diverso, forse è ubriaco, brandisce un martello e fa la pipì per strada.

In piazza della Libertà arriva una pattuglia della stazione Prati, il maresciallo Pasquale Leone e il carabiniere Natale Rutigliano scendono dall’auto di servizio e si avvicinano al tedesco. L’uomo è fuori di sé, urla frasi insensate, mostra il martello e fa il gesto di lanciarlo contro i carabinieri. In piazza della Libertà arriva anche il vice brigadiere scelto Ciro Russo, è il carabiniere di quartiere e sta facendo il solito giro di controllo, ha visto i colleghi in difficoltà e si avvicina.

LA DINAMICA

Il clochard è armato e sragiona per l’alcol. I carabinieri chiedono rinforzi, e la chiamata al 112 viene ascoltata dal colonnello Rubertà. «La storia si stava complicando molto», racconta l’ufficiale «non potevo non intervenire, sono arrivato sul posto, l’uomo urlava che non voleva essere controllato, aggiungeva frasi insensate e ha cercato di scappare». Un carabiniere lo raggiunge e lo ferma, il barbone tira fuori il coltello e lo ferisce alla mano. Il militare sanguina, i colleghi circondano il tedesco. L’uomo punta il coltello contro tutti, il colonnello Rubertà fa segno agli altri di stare fermi. «Mi sono avvicinato al barbone per parlargli, ho cercato di calmarlo, gli ho detto di lasciare stare l’arma, che non era successo nulla di grave e che tutto si poteva aggiustare». Il tedesco però non lo ascolta, nella sua mente offuscata dall’alcol e popolata da chissà quali fantasmi ci sono solo pensieri cattivi. «Mi volete arrestare» urla «ma io sono un uomo libero». Il colonnello fa ancora qualche passo in avanti, cerca il dialogo, per quello che è possibile, si avvicina ancora un po’a quell’omone alto quasi un metro e novanta e all’improvviso sente la lama trapassargli il fianco. «Pochi centimetri più in là e rischiavo di morire, così hanno detto i medici». Il colonnello Rubertà è ricoverato all’ospedale Santo Spirito, la prognosi è riservata, la lama ha raggiunto il peritoneo, e nella notte sarà ripetuto l’esame della Tac. Gli altri carabinieri, uno medicato pure lui al Santo Spirito e due al San Carlo di Nancy, sono stati dimessi con pochi giorni di prognosi. Le ferite alle braccia e ai polpacci sono per fortuna superficiali. Bogner Klaus Dieter, 62 anni, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. «Non dovevate controllarmi - dice ai carabinieri che lo interrogano - non ne avete il diritto, sono un uomo libero».

LE TESTIMONIANZE

«Era come in un film poliziesco: ho visto quell'uomo che scappava con il martello in mano e i carabinieri lo inseguivano, la gente gridava. Lo hanno bloccato proprio davanti alla vetrina del mio negozio», dice la donna che ha assistito agli attimi concitati dell'arresto del clochard e al ferimento dei quattro carabinieri. «Ho avuto molta paura, in strada c’era il panico, ho sentito le grida e sono uscita, ho visto i carabinieri che rincorrevano quell’uomo che già dalla mattina dava segni di squilibrio. aveva minacciato una persona. Ho visto i carabinieri feriti e insaguinati, una scena spaventosa».

«L’intervento in piazza della Libertà - dice il ciolonnello Salvatore Luongo alla guida del comando provinciale dei crabinieri - è la dimostrazione concreta dell’attenzione e del controllo che abbiamo sul territorio».

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