Ciclista travolto e ucciso a Roma: il pirata si costituisce a Treviso ma torna in libertà

Ciclista travolto e ucciso a Roma: il pirata si costituisce a Treviso ma torna in libertà
di Alessia Marani
Sabato 21 Novembre 2015, 02:32 - Ultimo agg. 8 Novembre, 12:49
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Si è costituito nella caserma dei carabinieri di Treviso, città in cui risulta residente, il pirata della strada che ieri ha travolto e ucciso un ciclista nella borgata Finocchio, a Roma. Il giovane, L. C., di 17 anni, era ricercato in tutta Italia. Ed era ormai braccato dai vigili del nucleo di Sicurezza pubblica emergenziale di Roma che lo avevano identificato grazie all'esperienza maturata nella rete dei campi rom della Capitale.

Poco dopo essere stato arrestato, il giovane, che avrebbe anche un precedente per guida senza patente, è stato affidato alla custodia della famiglia a Treviso.

Gli uomini del comandante Antonio Di Maggio lo avevano individuato fin da ieri sera e il pm Pierluigi Cipolla aveva autorizzato la diffusione della sua foto perché chi ne avesse notizia, potesse aiutare gli inquirenti a fare giustizia.

Il pirata è un rom sinti di etnia slava. Era alla guida di una Honda Jazz nera, intestata a un probabile prestanome, ovvero a una società campana risultata in possesso di ben cinquecento veicoli. Il passaggio di proprietà da una signora di Colonna era stato registrato appena mercoledì.

Sono bastate 24 ore al conducente per ammazzare un uomo, Luciano Zarlenga, benzinaio di 52 anni, travolto giovedì pomeriggio intono alle 16,30 in via Fontana Candida, zona Finocchio. Zarlenga stava rientrando a casa dopo una passeggiata in bicicletta, era quasi arrivato, mancavano 500 metri. Ancora un paio di traverse e avrebbe girato l'angolo per riabbracciare la moglie e le figlie di 14 e 19 anni, quest'ultima studentessa all'Università. Invece, all'altezza del civico 115 è stato travolto, sbalzato di sella e scaraventato via come una vecchia scarpa da un'auto nera che, anziché fermare la folle corsa e prestare aiuto a quel padre di famiglia, è schizzata via come un lampo.

Alcuni testimoni hanno aiutato i vigili urbani dello Spe e del VI Gruppo “Torri” a identificare il tipo di auto, un'utilitaria scura. E fondamentale è stata la testimonianza di un carrozziere. L'auto è stata rinvenuta non distante, in via Olivarella.

Inutile l'arrivo dell'ambulanza e dell'eliambulanza del 118 in via Fontana Candida. In pochi attimi nel quartiere è calato il lutto più nero. A terra, coperto da un lenzuolo, il cadavere rimane per tre ore in attesa della morgue. Poco più in là, la bici accartocciata.

IL DOLORE

Il fratello di Luciano arriva sul posto. Mamma Elsa rimane a casa, distrutta dal dolore, non ce la fa a uscire subito. «Mio figlio - racconta - amava andare in bici fin da bambino. Lavorava come dipendente al distributore Agip di Albano, ce l'ha portato via un pirata della strada. Questa di chi scappa via e non si ferma a dare aiuto è una piaga grave. Forse qualcuno stavolta ha visto, in quel tratto ci sono le abitazioni vicine e i lampioni della luce: si faccia avanti». Recente l'allarme lanciato da Aci e Ania: «È aumentata in maniera preoccupante la mortalità nei centri abitati, vulnerabili soprattutto pedoni e ciclisti». Il 28 ottobre la Camera dei deputati ha approvato il ddl sull'omicidio stradale, ma ancora manca il via libera finale.