Terapie intensive stracolme: un conto sono i numeri, freddi. Gli allarmi, a effetto. Un altro è viverlo in prima persona. E costringersi a raccontarlo: «Mio fratello è ricoverato all’Ospedale Israelitico, malato di covid le sue condizioni si sono aggravate e i medici - meravigliosi non fa che ripetere - da allora stanno cercando di trovargli un posto in terapia intensiva in un altro ospedale». La signora Daniela non si capacita. «Ho appena saputo che hanno recuperato un casco e che comincia ad avere leggerissimi miglioramenti, l’ossigeno comincia a fare effetto, ma è sempre in lista per una terapia intensiva. Ieri ci avevano detto: “pregate”. Ma possibile che questa emergenza non venga fuori?».
Daniela è la sorella di Claudio Massimi, noto pittore romano conosciuto anche all’estero.
IL PROTOCOLLO
«Da lunedì non satura più i polmoni - ecco il nipote Alessandro Pede - sta scendendo progressivamente e gli alveoli non trasferiscono più l’ossigeno». Hanno chiesto di trasferirlo anche fuori dal Lazio, bussato ovunque. Scoperto che semplicemente: «Le terapie sono piene zeppe e per Claudio che è in gravi condizioni come per tanti altri come lui non c’è una terapia intensiva che possa accoglierlo. C’è un protocollo covid ci hanno spiegato: devono messere messi in lista e a seconda della gravità credo che verranno chiamati quando si libera un posto in terapia intensiva. Da sabato mio fratello è in lista, purtroppo è subentrata una polmonite bilaterale acuta con una componente batterica. Mi sembra assurdo che siamo in zona arancione quando tutte le terapie intensive sono sature. E non si può morire a 65 anni semplicemente perché non c’è una terapia intensiva». La grande famiglia di Claudio Massimi aspetta e prega. «Siamo disperati, peggiorava ora sembra migliorare un poco. Ma per avere salva la vita, zio Claudio, ha bisogno urgente della terapia intensiva., oppure “senza terapia intensiva, pregate!” come ci dicono i medici, a cui siamo grati perché sono meravigliosi, ci stanno vicini, dobbiamo solo dir loro grazie».