Roma, lite in strada tra amiche al Quarticciolo: sale sull'auto e la travolge. L'accusa è di tentato omicidio

Via Manfredonia a Roma
Via Manfredonia a Roma
di Marco De Risi e Alessia Marani
Lunedì 16 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 09:31
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Come vere donne di mala. Ieri mattina verso le otto al Quarticciolo è scoppiato il putiferio. Mentre la gran parte dei residenti di via Manfredonia ancora sonnecchiava loro due, (ex) amiche, si sono affrontate a brutto muso, per strada, tra i lotti e qualche curioso “in ascolto” dietro le persiane socchiuse alle finestre. Prima le urla, gli insulti gridati a più non posso l’una contro l’altra, quindi è volata qualche spinta e pure qualche ceffone. Poi la più grande, quarant’anni, ha fatto finta di andarsene, è salita sulla sua Fiat Multipla, ha sbattuto lo sportello con rabbia, ma anziché allontanarsi ha puntato dritta verso l’amica, 35 anni, che era ancora sotto il palazzo. La donna ha cercato di mettersi in salvo, ma non è riuscita a evitare l’auto che piombava su di lei come un proiettile impazzito: è stata travolta, è sbalzata via sull’asfalto, atterrata sbattendo la testa. «Voleva uccidermi», riuscirà a dire con un filo di voce ai soccorritori prima di finire ricoverata in un letto d’ospedale. 

La vittima ha riportato diverse fratture, lo choc è grande. Per lei i medici non si sono sentiti ancora di sciogliere la prognosi che rimane riservata, sebbene non dovrebbe essere in pericolo di vita. Ma che cosa è successo alla rivale? La quarantenne dopo avere investito l’amica, ha fatto marcia indietro e ha tentato di dileguarsi a tutta velocità. Ma la sua folle corsa non è proseguita più di tanto. Innanzitutto qualcuno ha chiamato il numero unico per le emergenze 112 e le pattuglie del Nucleo Radiomobile che erano già in zona per il controllo del territorio sono accorse sul posto nel giro di una manciata di minuti. Quindi la quarantenne, agitata e fuori di sé, ha finito per andare a sbattere contro un muretto, buttandolo giù. Quando i militati sono arrivati era appena uscita dall’abitacolo, sconvolta, circondata da alcuni passanti che si sono voluti sincerare delle sue condizioni. La donna era illesa, ma fuori di sé. Ai militari non ha saputo (o voluto) giustificare la sua incredibile condotta. Ma all’origine della furibonda lite, secondo gli investigatori, ci sarebbero dei futili motivi, forse legati a questioni di gelosia. Ma nessuna delle due, finora, è stata in grado di dire perché. La trentacinquenne è ricoverata e ancora non è in grado di potere colloquiare con gli inquirenti. La sua testimonianza verrà presa a verbale dai carabinieri non appena starà meglio. 

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La quarantenne, intanto, è stata arrestata in flagranza di reato con la grave accusa di tentato omicidio. Il suo legale ha chiesto i termini a difesa, ossia di avere alcuni giorni per informarsi meglio di ciò che è avvenuto per proseguire nell’incarico. Le indagini su quanto accaduto e perché sono ancora all’inizio. Un’altra lite in strada, questa volta avvenuta per questioni di viabilità, venerdì sera era sfociata in un altro tentato omicidio. Un 71enne stava viaggiando a bordo della sua auto sul lungotevere Farnesina quando, all’improvviso, un cinquantenne ha attraversato la strada con il semaforo pedonale rosso costringendolo a fermarsi bruscamente: «Guarda dove cammini», lo ha rimproverato.

E quello per tutta risposta ha estratto un coltello colpendolo a un fianco, fortunatamente senza recidere organi vitali. 

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