Il patrimonio accumulato con il narcotraffico, costituito da attività commerciali e immobili del valore complessivo di circa 2 milioni di euro, è stato sequestrato dalla guardia di finanza di Roma che ha eseguito il provvedimento di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale capitolino, su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Roma. I beni sono riconducibili a Alessandro Virzi, 47 anni, narcotrafficante romano membro di una importante rete internazionale di trafficanti di sostanze stupefacenti. Il nome di Virzi era emerso nelle indagini condotte nell'ambito dell'operazione «Crazy Hill», eseguita dal II Gruppo delle fiamme gialle e coordinata dalla Dda, che, nel 2015, aveva consentito di sgominare un potente sodalizio criminale con base a Roma e contatti operativi in Germania, Olanda, Spagna e Inghilterra, in grado di organizzare spedizioni via container o via aerea di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America (Colombia, Argentina e Brasile).
Aveva la droga dello stupro nascosta nella sua auto arrestato di nuovo Mario Conti
Un traffico ad altissimo livello, capace di movimentare fino a una tonnellata di cocaina.
Proprio partendo da tali evidenze, considerate le notevoli somme di denaro a disposizione dell'organizzazione e tenuto conto che il Virzi, nell'arco degli ultimi 20 anni, ha dichiarato redditi modesti o addirittura nulli, la Dda ha delegato alle fiamme gialle l'esecuzione di indagini patrimoniali finalizzate ad individuare il reale patrimonio dell'indagato. Le investigazioni, estese anche al nucleo familiare e ai suoi prestanome, hanno consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati ed il profilo economico dei soggetti investigati. Nel dettaglio, attraverso minuziosi ed approfonditi accertamenti bancari, estesi anche a diversi prestanome del Virzi è stato appurato che lo stesso, nel citato periodo, ha acquistato una società di promozione pubblicitaria e due società immobiliari tutte operanti a Roma, una rivendita di tabacchi sempre ubicata nella Capitale, 7 fabbricati (3 a Roma, 1 a Frascati e 3 a Pomezia) nonchè un importante bar ubicato a Frascati.
Durante l'analisi patrimoniale è emerso che Virzi, si è servito anche del canale costituito dalle scommesse sportive, in particolare è stato accertato che tra il 2011 e il 2013 ha avuto diversi conti gioco accesi, sia con società italiane che di diritto estero, con i quali ha effettuato giocate per oltre 63 mila euro riportando vincite per 60 mila euro. Tale pratica è da tempo sotto i riflettori degli investigatori in quanto considerata come una delle modalità più sicure per impiegare denaro sporco pronto per essere investito in attività lecite. Le scommesse, infatti, possono essere adoperate quale strumento di riciclaggio nella misura in cui il soggetto si orienti verso forme di puntate sicure, ovvero suddividendo e bilanciando le somme da giocare. L'indagato, inoltre, ha investito nella sua seconda passione, ovvero quella calcistica. Nel dettaglio, poichè nel corso degli anni ha ricoperto la carica di presidente di due società calcistiche dell'hinterland romano, approfittando delle entrature nell'ambiente calcistico, con il ricorso all'escamotage delle polizze fideiussorie, è riuscito a celare il reimpiego di risorse di provenienza illecita. Pertanto, il tribunale di Roma ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca dei beni acquisiti in un arco temporale nel quale il proposto e gli altri soggetti sottoposti ad accertamento non disponevano di mezzi finanziari sufficienti al loro pagamento.