Roma, difetto di notifica, salta il processo al boss di Montespaccato

Difetto di notifica, salta a Roma il processo al boss di Montespaccato
Difetto di notifica, salta a Roma il processo al boss di Montespaccato
Martedì 10 Settembre 2019, 13:10 - Ultimo agg. 13:12
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Doveva iniziare oggi. Ma un difetto di notifica ha impedito l'avvio  del maxiprocesso a 69 persone, accusate di avere costituito a Roma un'associazione a delinquere finalizzata a reati di usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni, traffico e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso. I giudici della IV sezione del tribunale penale capitolino, preso atto del problema, hanno aggiornato a metà ottobre l'inizio del processo che valuterà gli esiti di una maxi operazione del Comando provinciale dei Carabinieri, in collaborazione con la Questura di Roma e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura capitolina che nel giugno dello scorso anno portò all'arresto di 58 persone.

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Sotto la lente degli investigatori ci fu un sodalizio criminale egemone a Montespaccato, periferia capitolina, capeggiato da Franco Gambacurta, detto zio Franco, protagonista di un reticolo di rapporti e relazioni con elementi apicali della 'ndrangheta, della camorra e di altri sodalizi della criminalità organizzata romana. Gambacurta, considerato dagli inquirenti il boss di Montespaccato, avrebbe avuto anche contatti anche con Salvatore Nicitra, già considerato uno dei boss della Banda della Magliana. Il suo nome ricorrerebbe anche in diverse intercettazioni di indagini sulla criminalità romana come in conversazioni del gruppo Carminati in cui sarebbe individuato come riferimento per quel territorio.
Nel corso della maxi operazione furono sequestrati beni per un valore di circa 7 milioni di euro (12 esercizi commerciali, 14 immobili, diversi rapporti finanziari e quote societarie, numerosi veicoli); tra questi, anche un circolo sportivo e un bar, considerato il quartier generale dell'organizzazione. Nel maggio scorso, il gup mandò a processo 69 persone; altri 4 imputati patteggiarono condanne entro i tre anni di reclusione.

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