Roma, rapina alla società di bus, colpo da 90 mila euro: arrestato militante di destra

Maxi-colpo alla società di bus, arrestato dai carabinieri arrestato militante di destra
Maxi-colpo alla società di bus, arrestato dai carabinieri arrestato militante di destra
di Marco De Risi
Mercoledì 17 Giugno 2020, 10:17 - Ultimo agg. 10:47
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Sembrava dedicarsi solo alle proteste, d’ispirazione razzista, contro l’immigrazione a Casal Bruciato. Lui il “mito” degli scienziati delle cassaforti, sembrava avere gettato la spugna. Invece non è stato così. I carabinieri della Compagnia di Roma Centro, nel risolvere il colpo della notte del 18 settembre scorso in via Nazionale negli uffici del “Big Bus”, la società che gestisce gli autobus turistici, hanno messo le manette proprio a lui: all’estremista Yari Dall’Ara, fisico da picchiatore, un corpo ricoperto di tatuaggi. Dall’Ara, a sentire gli inquirenti, non è uno qualsiasi. Ci sono altre indagini in corso che stanno verificando se abbia continuato a navigare nelle acque torbide dell’estrema destra. Il “cassettaro” Yari Dall’Ara, cioè il maestro nell’aprire qualunque tipo di cassetta di sicurezza, il 18 settembre è riuscito a mettere a segno il colpaccio nella sede della società di autobus turistici in via Nazionale. 

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Si è destreggiato con una fiamma ossidrica particolare che gli ha permesso di mettere le mani su 90.000 euro in contanti. I tre complici, arrestati anche loro, erano fuori dall’edificio con mansioni di autisti e di palo. Ma proprio il tipo di colpo, da esperto del settore lo ricollega ad un altro blitz, quest’ultimo d’importanza massima per il crimine romano e nazionale, tanto che qualcuno lo ha definito uno dei “misteri d’Italia”. 

Yari Dall’Ara ha partecipato con Massimo Carminati ed altri complici al colpo, nel ’99, alla Banca di Roma nel fortino della città giudiziaria romana. Un furto unico nel suo genere, che vide un manipolo d’uomini entrare nel caveau, in teoria in una zona blindata, e aprire decine di cassette di sicurezza. Un furto miliardario e che fruttò alla banda carte scottanti di magistrati e avvocati. Carte che, ipotizzarono gli inquirenti, potevano essere usate a fini ricattatori.

Insomma, con gli arresti della scorsa notte, i carabinieri hanno bloccato per l’ennesima volta uno dei criminali più addentro a certe galassie, capace di mettere a segno quelli che sembravano solo vecchi fasti. Eppure l’estremista di destra si era costruito un profilo impegnato nel sociale. Finì nel mirino degli inquirenti anche nelle proteste di due anni fa contro gli immigrati a Casal Bruciato. Lui ed altri militanti di destra sobillarono la gente del quartiere per opporsi allo stabilirsi di alcune famiglie di immigrati che, fra l’altro, avevano il diritto ad avere una casa. In quel periodo fu anche intervistato dalle reti nazionali: un microfono per amplificare idee di stampo razzista per denigrare gli immigrati della zona.
Quanto all’operazione Big Bus, il colpo sferrato in via Nazionale ha riguardato la sede amministrativa della società che gestisce i bus turistici a due piani, sullo stile di quelli londinesi. 
La banda aveva studiato per giorni il colpo, analizzando orari e situazioni che potevano essere a loro favorevoli. Poi, la notte del 18 settembre è andato in onda lo show di Yari Dall’Ara che dimostra come sia uno dei numeri uno dello scasso. Il bandito prima taglia una saracinesca, disinnesca le immagini a circuito chiuso. e poi si mette all’opera con la fiamma ossidrica. Un gioco da ragazzi che gli frutta 90mila euro in contanti. 

Entrano in campo i carabinieri della compagnia di Roma Centro.

L’indagine parte male: nessuna traccia nelle telecamere. Ma vengono visionate quelle di altri negozi. E poi si passa ai canali social: si cerca anche su Facebook corrispondenze con i tatuaggi e le fisionomie degli arrestati. Un’inchiesta che si basa su foto e cellule telefoniche. I quattro finiscono in manette. 

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