Roma nel caos rifiuti, la procura: «Roghi ai Tmb, regia dietro i sabotaggi»

Roma nel caos rifiuti, la procura: «Roghi ai Tmb, regia dietro i sabotaggi»
di Michela Allegri
Martedì 26 Marzo 2019, 07:39 - Ultimo agg. 10:19
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Dopo il deposito delle ultime consulenze i pm di Roma non hanno più dubbi: l'incendio che lo scorso 11 dicembre ha devastato l'impianto di Trattamento meccanico biologico di via Salaria è stato appiccato di proposito. Non si trattava di un incidente. E mentre in quel fascicolo il titolo di reato è stato modificato con un'ipotesi più pesante - da incendio colposo a incendio doloso - ora il timore è che la stessa cosa sia avvenuta anche due sere fa, nel Tmb di Rocca Cencia, l'ultimo impianto di trattamento di proprietà dell'Ama rimasto al servizio della Capitale. Per il momento, il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e il pm Carlo Villani ipotizzano un reato colposo, ma non escludono che dietro alle fiamme ci fosse un nuovo atto di sabotaggio. Una contestazione difficile da provare, visto che nel sito non erano presenti telecamere di videosorveglianza. L'area, nel frattempo, è stata sequestrata, ma la procura è già al lavoro per consentire una riapertura in tempi rapidi, visto che il ciclo di raccolta dei rifiuti in città potrebbe essere gravemente a rischio.
 



A Rocca Cencia, la situazione sembra meno critica rispetto al rogo di dicembre. In quel caso, le fiamme, che avevano raggiunto i 15 metri di altezza, avevano completamente distrutto l'impianto. Un dettaglio aveva subito insospettito i Carabinieri del Noe e i Vigili del fuoco intervenuti sul posto, e aveva convinto i pm a seguire la pista del sabotaggio: il sistema di videosorveglianza era fuori uso dal 7 dicembre. Le telecamere, quindi, non avevano ripreso il momento del rogo. E chi indaga ritiene che fossero state manomesse apposta per consentire un accesso indisturbato al Tmb.
LE ANOMALIE
Gli inquirenti avevano rilevato una seconda anomalia: l'impianto antincendio non sarebbe scattato in tempo. Anche la velocità di propagazione del rogo, la sua forza distruttrice e l'altezza delle fiamme sono state da subito considerate anomale: il sospetto è che il fuoco possa essere stato alimentato con sostanze infiammabili. I pompieri avevano infatti impiegato solo tra i 7 e gli 8 minuti per arrivare sul posto, ma l'incendio era già molto esteso. Al Salario - così come a Rocca Cencia - c'erano anche problemi di manutenzione, in particolare relativi ai miasmi sprigionati dall'impianto, che hanno reso impossibile per anni la vita dei residenti. Tanto che due dirigenti dell'Ama sono stati iscritti sul registro degli indagati per getto pericoloso di cose e violazioni ambientali.
A Rocca Cencia, appunto, la situazione sembra meno drastica: l'impianto è già parzialmente operativo, mentre l'area interessata dall'incendio è stata sequestrata. «Una delle due linee di trattamento dell'impianto di Tmb resta al momento non operativa e non fruibile, così come buona parte della vasca di ricezione dell'impianto, che contiene materiali posti sotto sequestro cautelare dalla magistratura - ha fatto sapere l'Ama in una nota - Fino a quando non saranno completati gli accertamenti, l'impianto potrà lavorare solo parzialmente. L'altra linea di trattamento, a seguito del verbale di chiusura intervento da parte dei Vigili del Fuoco, delle verifiche tecniche sulla struttura e dell'arrivo del nulla osta sull'agibilità, è da poco ripartita». Dalla municipalizzata hanno anche fatto sapere che sono stati riorganizzati i servizi sul territorio ed è stata potenziata la raccolta differenziata, «per limitare al massimo i disagi in particolare nel quadrante Est della Capitale».

IL CAMPIDOGLIO
«Questo incendio è un colpo durissimo per Roma e per tutti i romani. Ma ci rialzeremo anche questa volta. Se questo è l'ennesimo attacco e non un incidente, i responsabili sappiano che non ci pieghiamo e non ci fermeremo», ha detto la sindaca Virginia Raggi, subito dopo il rogo di Rocca Cencia. I due Tmb bruciati «erano gli unici siti di proprietà dell'azienda municipale di Roma e coprivano il trattamento della metà dei rifiuti della Capitale. Ne restano attivi soltanto altri due, di proprietà privata», ha aggiunto la prima cittadina. Ieri in Campidoglio si è anche riunita una cabina di regia per cercare soluzioni utili a gestire i flussi dei rifiuti. Erano presenti i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente, della Regione Lazio e di Ama.
Intanto, monta la polemica per l'ennesimo disagio che rischia di mettere in ginocchio la città. «La Capitale è in balia del degrado più totale da quasi tre anni, senza che siano state finora proposte soluzioni concrete - commenta il Pd in Campidoglio - Al di là di eventuali colpevoli nell'incendio di Rocca Cencia, la Raggi e i suoi si assumano le proprie responsabilità». Mentre per Cinquestelle alla Camera «è palese ormai che ci troviamo davanti a un piano ben orchestrato per non far funzionare il sistema dei rifiuti nella Capitale».
 

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