Le aggancia in chat e le stupra nel garage della sua villa: giovane bancario a processo

Le aggancia in chat e le stupra nel garage della sua villa: bancario a processo
Le aggancia in chat e le stupra nel garage della sua villa: bancario a processo
Martedì 7 Novembre 2017, 10:28 - Ultimo agg. 11:44
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Le aveva agganciate su Badoo, poi le avrebbe invitate a casa per poi stuprarle in garage. V.Z., bancario romano trentenne, single e di buona famiglia, ora dovrà affrontare un processo per due accuse di violenza sessuale, dopo la denuncia di due ragazze, che non si conoscevano, a distanza di qualche anno. Finora il giovane bancario, incensurato, non ha fatto un giorno di galera.

La prima denuncia risale al dicembre 2012. Una ragazza, allora 21enne, aveva raccontato: «Appena arrivati a casa, mi ha aggredito, in garage, e in camera da letto. Non ho fiatato. Ho avuto paura che alla fine mi volesse ammazzare». La seconda denuncia, invece, riguarda una trentenne nell'ottobre 2014: «Era cortese e gentile, ma una volta in garage mi ha violentato». L'indagato, timido e riservato, nega però ogni accusa, sostenendo che quegli incontri fossero consenzienti.

Tutto è pronto per il processo davanti ai giudici della IX sezione penale. La madre della ragazza più giovane ha dichiarato: «Mia figlia mi disse che sarebbe andata al pub con lui, un'ora dopo è rientrata ed è scappata nella sua stanza. Era scossa. Alla fine mi ha raccontato che quel ragazzo l'aveva portata in casa con una scusa e poi l'aveva spinta dentro. L'ho portata in ospedale. E al mattino in un centro antiviolenza». Secondo la stessa vittima, V.Z. avrebbe usato sempre la stessa scusa, quella di un passaggio a casa in Bmw: «Mi disse che prima di andare al pub doveva cambiarsi la tuta. Era venuto a prendermi sotto casa, alle 11 di sera dopo avermi mandato un sms: “Ti va un pub?”. Era un po' che non lo vedevo. A casa poi si è trasformato in un mostro. La violenza in garage e in camera da letto. Quando mi ha portato in cucina ho pensato che mi volesse ammazzare con un coltello. Invece m'ha offerto dell'acqua. Ero terrorizzata».

Come riporta il Messaggero, nel caso della prima denuncia non erano state adottate misure cautelari poiché la prima ragazza, nei mesi precedenti aveva mandato all'amico, con il quale aveva avuto anche un approccio sessuale, delle foto in slip e reggiseno. Solo dopo la seconda denuncia, raccolta dai carabinieri di Boccea, l'inchiesta ha preso la svolta che oggi porterà al processo a carico del trentenne.
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