Ultrà della Roma sanguinante in commissariato: «Dobbiamo dire che siamo caduti dalle scale». Ma su Instagram elogiava la polizia

Ultrà della Roma sanguinante in commissariato: «Dobbiamo dire che siamo caduti dalle scale». Ma su Instagram elogiava la polizia
Ultrà della Roma sanguinante in commissariato: «Dobbiamo dire che siamo caduti dalle scale». Ma su Instagram elogiava la polizia
di Domenico Zurlo
Venerdì 16 Novembre 2018, 11:01 - Ultimo agg. 18:06
3 Minuti di Lettura

Negli ultimi giorni stanno facendo il giro del web le immagini di un ultrà della Roma che litiga in strada con alcuni poliziotti e carabinieri, e la foto di lui stesso sanguinante in una stanza con la testa appoggiata su una scatola di scarpe. Lui si chiama Massimiliano Minnocci, detto Brasile o Il Brasiliano, esperto in body building, personal trainer e molto seguito sui social network dove da anni fa dirette tv (su Facebook e Instagram).

Le immagini risalgono allo scorso 6 ottobre, quando Il Brasiliano venne fermato dalla polizia a Pietralata a margine di una manifestazione di Casapound: nel video, postato da lui stesso sulla sua pagina Facebook, si vedeva Minnocci circondato da una decina di agenti, mentre inveiva contro uno di loro con frasi del tipo «me te magno a mozzichi».

L'ultrà della Roma sanguinante in commissariato. La foto fa il giro del web

Dopo quella scena, fu portato in commissariato, dove - secondo la versione della Questura - avrebbe fatto cadere a terra un computer per poi danneggiare una porta a vetri, ferendosi a un orecchio. Nella colluttazione sei poliziotti rimasero feriti e furono medicati in ospedale, mentre lo stesso Brasile finì al pronto soccorso e il suo arresto, con le accuse di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento ai beni dello Stato fu convalidato per direttissima (tornò comunque libero il giorno dopo).

LA SUA VERSIONE In una diretta Instagram, Il Brasiliano ha raccontato la sua versione dei fatti attaccando le forze dell’ordine. «Sono uscite cose successe un mese fa - dice - Prima un video che solo le forze dell’ordine potevano avere perché è stato girato da loro». «Siccome non ho nulla da nascondere l’ho preso e l’ho postato sui miei social». Poi parla di quella foto: «Sono stato messo con la testa su una cassetta della frutta. Ero a terra, faccia ricoperta di sangue, come un cane e legato come un salame».

Poi le accuse: «Io sono borderline, quando mi hanno arrestato dovevano portarmi al Pertini - afferma l’ultrà romano, simpatie di estrema destra - perché ero sanguinante, mi ero tagliato da solo. Nel video si sente: “Portiamolo in questura che ce lo cuciniamo”. Quando succede qualcosa a noi dobbiamo dire che siamo caduti dalle scale». «Non sono uno stinco di santo, ma non è giusto che io venga trattato così - conclude - vorrei chiedere ai poliziotti, perché girava quella foto? Se non fosse girata non avrei mai detto nulla. L’avete messa per dire ‘questo è il Brasiliano, guardate come lo trattamo’».

IL VIDEO IN CUI NE PARLAVA BENE Eppure solo qualche giorno prima, in un’altra diretta su Instagram, Minnocci parlava invece bene della polizia, in un video in cui parlava dall’auto, con un amico alla guida. «Devo ringraziare alcuni componenti delle forze dell’ordine che mi hanno trattato con i guanti bianchi. Si sono comportati egregiamente con me, non mi hanno toccato, anche perché nun me dovevano toccà. Dato che sono ancora in causa, diciamo che non posso dire tutto: ci sono personaggi che si sono comportati bene e alcuni non benissimo».

«Il brasiliano - continuava, spalleggiato dall'amico - vi ringrazia perché siete stati delle brave persone: voi fate il lavoro vostro e vi dico che lo fate bene e mi complimento con voi. E ora non dite che il brasiliano è un infame perché parla bene delle guardie». «Io non lecco il c… a nessuno, ho dimostrato che non abbiamo paura di nessuno. Come ci siamo noi, ci sono le persone per bene e gli infami».

© RIPRODUZIONE RISERVATA