Roma, settecento vigili sono no vax. «Così servizi a rischio, mancano gli agenti»

Roma, settecento vigili sono No Vax. «Così servizi a rischio, mancano gli agenti»
Roma, settecento vigili sono No Vax. «Così servizi a rischio, mancano gli agenti»
di Lorenzo De Cicco
Sabato 11 Dicembre 2021, 08:00
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Fra le truppe dei vigili romani c’è un battaglione di agenti No vax. Non sono pochi: quasi 700, secondo le stime dei sindacati. Da mercoledì il tampone non vale più: per lavorare bisogna essere vaccinati. O guariti dal Covid. Ecco perché nel Corpo della Municipale si registra una certa agitazione. L’Arvu (associazione romana vigili urbani) ieri sera ha scritto al Viminale, chiedendo al ministro Lamorgese di aprire «con urgenza» un tavolo per rimpolpare le fila della Polizia locale, già sotto organico secondo il dipartimento delle Risorse umane del Campidoglio. E soprattutto per fronteggiare la ridda di nuovi compiti appena assegnati ai vigili, dal controllo del pass sui bus e nei ristoranti, alle multe per l’obbligo di mascherina introdotto da Gualtieri nelle vie dello shopping. Senza nuove assunzioni, scrive il presidente dell’Arvu, Mauro Cordova, «considerate le macroscopiche carenze di organico e di tutele del Corpo, risulterebbe oggettivamente impossibile riuscire ad assolvere tutti i compiti assegnati, nonostante lo sforzo lodevole, senza risparmio, degli agenti, sia per quanto concerne i compiti tradizionali (incidenti, gestione del traffico, etc) sia per i nuovi controlli per il rispetto delle norme per contenere la pandemia». 

Insomma, la coperta della Municipale sarebbe già corta, con la sospensione degli agenti No vax, tra pochi giorni, le pattuglie non sarebbero più in grado di raggiungere di default gli automobilisti incidentati oppure dovranno allentare la presa sui controlli delle norme anti-Covid. 

Qualche numero: oggi il Campidoglio può contare su 6.018 vigili, età media 50 anni (e infatti un terzo passa il turno in ufficio). Secondo lo stesso Comune, come ricorda l’Arvu, dovrebbero esserci 2.400 uomini in più. Ora arriva l’obbligo vaccinale, come per le forze dell’ordine e il comparto scuola. Risultato: «Si ridurrà ulteriormente il personale in servizio nei 15 gruppi territoriali e nei gruppi speciali, stimato in circa 500-700 unità in meno», calcola nella lettera l’associazione dei vigili. Ecco perché c’è maretta. I sindacati sono preoccupati. «Lo Stato continua ad assegnarci nuove mansioni - dice Giancarlo Cosentino della Cisl - Ma i nostri numeri sono questi.

Se non si sbloccano subito nuove assunzioni, superando anche i paletti del turnover, qualcosa dovremo tralasciare». Anche secondo la Cisl, la quota di agenti non vaccinati è intorno al 10%. Nelle chat interne dei vigili, c’è perfino chi ha paragonato il Green pass al nazismo, con tanto di svastica verde. La maggior parte dei non vaccinati finora è ricorsa ai tamponi. O ha sfruttato congedi e ferie. Ma da mercoledì, così dice il decreto del governo Draghi, non basta più. 

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La grana è pronta a deflagrare proprio sotto Natale, quando il Campidoglio ha chiesto agli agenti di intensificare i controlli, sia per le mascherine sia per il pass sui mezzi pubblici, d’accordo con la Prefettura. Che fare? Gualtieri è pronto a far firmare il contratto ai 223 vincitori del concorso dell’era Raggi. Era per 500 posti, ma il 99,5% dei candidati è stato bocciato al quiz. Solo i 223 superstiti quindi potranno indossare l’uniforme. A gennaio sarà lanciato un nuovo concorso, ma la trafila burocratica non si chiuderà prima di 6-8 mesi, se tutto fila liscio. Nel frattempo tocca pazientare con le truppe attuali. Che al Viminale chiedono anche più tutele. Del resto, proprio per le proteste dei No vax, i vigili in servizio hanno dovuto subire in questi mesi schiaffoni e bombe carta lanciate in piazza. Quindi, conclude l’Arvu, il mestiere del pizzardone andrebbe considerato «lavoro usurante». 

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