Ruberti, dietro il caso le polizze della Regione assegnate tra familiari

Dietro il caso Ruberti le polizze della Regione assegnate tra familiari
Dietro il caso Ruberti le polizze della Regione assegnate tra familiari
di Giovanni Del Giaccio e Pierfederico Pernarella
Venerdì 26 Agosto 2022, 07:03 - Ultimo agg. 09:09
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Appalti svolti regolarmente, affidamenti diretti quando possibile, ma sorge più di qualche dubbio se agli avvisi degli enti pubblici della provincia risponde sempre e solo una società. Quella che fa capo a Vladimiro De Angelis, la “Sicura”, che a sua volta è la referente di Unipol Sai in tutto il territorio ciociaro. Ci sono le polizze con la Asl, rinnovate come da contratto e poi prorogate di un anno dall’allora commissario straordinario dell’azienda sanitaria, e quelle sulle quali la Procura ha allargato il raggio di azione. In particolare quelle stipulate dalla “Aea”, una società controllata per intero prima dal Consorzio industriale di Frosinone e oggi dal Consorzio unico del Lazio, presieduto da Francesco De Angelis, fratello di Vladimiro e politico di lungo corso. Affidamenti con regolari bandi, ma evidentemente in “famiglia”. Dopo la diffusione del video nel quale Albino Ruberti, ex capo di gabinetto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dà in escandescenze al termine di una cena a Frosinone proprio con Vladimiro De Angelis, Francesco ha rinunciato a candidarsi alla Camera con il Pd. In quella cena si parlava - secondo i protagonisti - del derby Roma-Lazio, in realtà la discussione si era accesa sulle future candidature alle regionali e su qualche interesse. Il «me te compro» urlato dal broker assicurativo a cosa si riferiva? E cosa aveva chiesto, invece, a Ruberti di così scottante e che lui minaccia di «dire a tutti»? Una scena immortalata in un video, nel quale si sente la consigliera regionale e compagna di Ruberti, Sara Battisti, che prova a riportare la calma. L’ex capo di gabinetto urla: «Se stai con loro poi mi regolo». Argomenti al vaglio della Procura, che non è escluso possa iscrivere qualcuno nel registro degli indagati, se non altro come atto dovuto.  

La “Aea” - che oggi è affidata a un custode giudiziario e svolge le attività di depurazione per conto del Consorzio industriale del Lazio - ha stipulato nel corso degli anni alcune polizze che vanno dalla tutela legale dei dipendenti al rischio di inquinamento, fino ai veicoli. Qualche decina di migliaia di euro, dal 2017 a oggi, sempre con affidamento diretto, perché il partecipante era solo uno: la Unipol.

Nei giorni scorsi, riferendosi alla vicenda Asl, Vladimiro De Angelis ha sottolineato che quei lotti sono stati regolarmente aggiudicati e che non c’erano altre offerte.

Cosa che può accadere, anche se qui c’è la coincidenza dell’ente presieduto da De Angelis (dal 2015) che stipula contratti con la compagnia rappresentata dal fratello. Quantomeno poco opportuno. 

Con “Sicura”, sono oltre cento i contratti stipulati dagli enti locali della Ciociaria. Dalla copertura per i volontari di protezione civile alle auto, dalle fidejussioni ai rischi d’incendio o furto. Si va da poche centinaia a migliaia di euro e lo stesso vale per la Unipol, rappresentata in provincia - dove ha diverse sedi - sempre dalla “Sicura”. Anche le stipule con la casa madre sono centinaia negli ultimi anni. Parliamo, certo, di una compagnia di primo piano, che è sul territorio da tempo, ma dopo la sfuriata che ha rappresentato un “terremoto” all’interno del Pd romano e ciociaro, nulla viene lasciato al caso. 

Video

Nessuna incongruenza è emersa nelle polizze stipulate dalla Asl di Frosinone, ma verifiche, intanto, su quelle di tutte le altre aziende sanitarie. Lo ha reso noto la Regione Lazio: «La Direzione regionale, su indicazione dell’assessore alla sanità, ha disposto una verifica su tutte le aziende sanitarie locali - si legge in una nota - Dalla relazione della Asl di Frosinone non emergono incongruenze sotto il profilo amministrativo e le procedure hanno garantito risparmi di gestione e la non interruzione dei servizi. Il periodo di proroga, comunque sottoposto alla spending, è stato giustificato dalla Asl con l’emergenza Covid e ha riguardato anche altre attività. L’azione di verifica sulle altre Aziende sanitarie è un atto amministrativo dovuto e ritenuto idoneo per svolgere una puntuale analisi comparativa». 

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