Saman Abbas, arrestato lo zio: «Ha ucciso la ragazza e ha fatto sparire il corpo»

Arrestato lo zio di Saman: «Ha ucciso la ragazza e ha fatto sparire il corpo»
Arrestato lo zio di Saman: «Ha ucciso la ragazza e ha fatto sparire il corpo»
di Cristiana Mangani
Giovedì 23 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 12:22
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A tradirlo sono stati i social e un neo sul viso. Ieri mattina, alla periferia di Parigi, in un appartamento di Garges les Gonesse, è stato arrestato Danish Hasnain, 33 anni, zio di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa da Novellara in provincia di Reggio Emilia il 30 aprile scorso. L’uomo è accusato di aver strangolato e poi fatto sparire il corpo della nipote che si era rifiutata di accettare un matrimonio combinato. In Francia Hasnais è stato protetto da un solida rete di connazionali e, quando la polizia è entrata in casa, dopo averlo rintracciato con la collaborazione dei carabinieri di Reggio Emilia, ha trovato altra gente con lui. Connazionali che lo hanno aiutato nella fuga. 

L’arresto è avvenuto in esecuzione di un mandato europeo e, gli investigatori sono arrivati all’uomo tramite il device e l’indirizzo ip con il quale si è collegato in queste settimane per usare i social.

Sono stati fatti i riscontri incrociati e si è arrivati al quartiere dove aveva trovato rifugio. Al momento dell’arresto, Danish era senza documenti, e la sua identità è stata confermata dalla comparazione delle impronte digitali. L’uomo è stato trasferito in un carcere francese, in attesa dell’estradizione in Italia. Verrà sottoposto a udienza di convalida davanti a un Tribunale di Parigi. Per il suo rientro ci vorrà una decina di giorni. Il suo arresto è considerato determinante, perché se Danish decidesse di parlare, si potrebbe arrivare alla verità.

Erano stati i genitori di Saman ad affidarla proprio allo zio Danish, notoriamente un uomo violento, perché lei non voleva saperne di sposarsi con un uomo che viveva in Pakistan. Voleva vivere all’occidentale, essere libera come tutte le altre ragazze della sua età. Ma lo sapeva che stava rischiando la vita, tanto che al fidanzato aveva detto: «Se non mi faccio sentire per più di 48 ore avverti le forze dell’ordine». 

 

Dopo giorni senza avere sue notizie, le indagini cominciano a seguire la pista dell’omicidio, quando in provincia di Imperia viene fermato, il 9 maggio, il fratello sedicenne della ragazza, che comincia a raccontare una storia di matrimoni e omicidi. Ha paura anche per la sua vita, il giovane testimone. Lo zio lo ha trascinato con sé nella fuga assieme ai cugini, il 28enne Ikram Ijaz (fermato poi a Nîmes mentre cercava di raggiungere la Spagna) e Nomanulhaq Nomanulhaq, 33. 

Hasnain è uno dei cinque parenti della 18enne indagati per l’omicidio (insieme con i genitori della ragazza), ed è accusato di essere la mente e l’esecutore materiale. Sabato scorso a Il Resto del Carlino è arrivata una lettera anonima che ha suggerito di concentrare le ricerche «nella zona chiamata Bagna nelle valli tra Novellara e Guastalla. È stata buttata in acqua, tagliata a pezzi per farla mangiare dai pesci e animali», scrive l’anonimo. Contro Hasnain c’è, poi, la testimonianza del fratello minorenne della ragazza: «Secondo me l’ha uccisa strangolandola - ha dichiarato agli inquirenti -, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano». In una chat a una persona a lui vicina, Hasnain, aveva scritto: «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene». 

Video

Parole che gli investigatori riferiscono al delitto. Sempre a carico dello zio c’è il video che lo ritrae il 29 aprile, con i due cugini, nei pressi del casolare di Novellara dove la famiglia viveva, con pala e piede di porco: per gli investigatori stavano andando a scavare la buca per seppellire la diciottenne. «Siamo molto soddisfatti per l’arresto - ha affermato la procuratrice di Reggio Emilia, Isabella Chiesi -. Aspetteremo che giunga in Italia per avere contezza di qualcosa di più». 

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