Sangue no vax per il figlio da operare, accolto ricorso dell'ospedale. Il giudice: «Plasma sicuro qualsiasi sia la provenienza»

Sangue no vax per il figlio da operare, accolto ricorso dell'ospedale. Il giudice: «Plasma sicuro qualsiasi sia la provenienza»
Sangue no vax per il figlio da operare, accolto ricorso dell'ospedale. Il giudice: «Plasma sicuro qualsiasi sia la provenienza»
Martedì 8 Febbraio 2022, 12:20 - Ultimo agg. 20:45
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Accolto dal giudice tutelare di Modena ha accolto il ricorso dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna sul caso del bambino la cui famiglia rifiuta trasfusioni di sangue da donatori vaccinati contro il Covid. Il bimbo, affetto da una cardiopatia, deve essere sottoposto a un intervento ma i genitori vogliono solo sangue no vax.

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L'avvocato Ugo Bertaglia, difensore dei genitori, conferma l'accoglimento del ricorso.

Il giudice avrebbe in sostanza ritenuto che ci sono le garanzie di assoluta sicurezza nel sangue fornito dall'ospedale, qualsiasi sia la sua provenienza, rendendo così superabile l'obiezione dei genitori che per motivi religiosi vogliono che il sangue provenga da non vaccinati.

La vicenda e la scelta dei genitori

La vicenda arriva dall'Emilia-Romagna e coinvolge una famiglia no vax del Modenese, il cui bimbo viene seguito dal personale sanitario del policlinico Sant'Orsola di Bologna. La questione, secondo quanto appreso, va avanti ormai da diverse settimane. È nata quando la famiglia fa sapere ai medici bolognesi che per il loro bambino non verrà accettato in nessun caso sangue che arrivi da donatori vaccinati contro il Covid-19 e chiede che sia prelevato solo da persone che non si siano sottoposte alla profilassi. Le motivazioni sono religiose, sulla scia delle fake news per cui i vaccini si otterrebbero da embrioni, dunque feti uccisi. Il caso, come segnalato dalla Gazzetta di Modena, deflagra nelle chat su Telegram di ambienti 'no vax', dove la famiglia ha lanciato un passaparola per reperire «volontari» non immunizzati pronti a donare il proprio sangue. Il Sant'Orsola da parte sua, in accordo col centro trasfusionale territoriale, si oppone perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza a tutti, sia a chi dona sia a chi riceve. A quel punto si ricorre agli avvocati e la risoluzione del caso viene demandata al giudice tutelare di Modena.

La vicenda arriva dall'Emilia-Romagna e coinvolge una famiglia no vax del Modenese, il cui bimbo viene seguito dal personale sanitario del policlinico Sant'Orsola di Bologna. La questione, secondo quanto appreso, va avanti ormai da diverse settimane. Ô nata quando la famiglia fa sapere ai medici bolognesi che per il loro bambino non verrà accettato in nessun caso sangue che arrivi da donatori vaccinati contro il Covid-19 e chiede che sia prelevato solo da persone che non si siano sottoposte alla profilassi. Le motivazioni sono religiose, sulla scia delle fake news per cui i vaccini si otterrebbero da embrioni, dunque feti uccisi. Il caso, come segnalato dalla Gazzetta di Modena, deflagra nelle chat su Telegram di ambienti 'no vax', dove la famiglia ha lanciato un passaparola per reperire «volontari» non immunizzati pronti a donare il proprio sangue. Il Sant'Orsola da parte sua, in accordo col centro trasfusionale territoriale, si oppone perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza a tutti, sia a chi dona sia a chi riceve. A quel punto si ricorre agli avvocati e la risoluzione del caso viene demandata al giudice tutelare di Modena.

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