Sanremo, ex orefice 76enne massacrato di botte e ucciso: ebbe problemi con la giustizia

Sanremo, ex orefice 76enne massacrato di botte e ucciso: ebbe problemi con la giustizia
Sanremo, ex orefice 76enne massacrato di botte e ucciso: ebbe problemi con la giustizia
Domenica 2 Agosto 2020, 11:10 - Ultimo agg. 3 Agosto, 13:11
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Ha parcheggiato la propria auto, una Mercedes Classe A, in corso Garibaldi a Sanremo, lasciandola in divieto di sosta intorno alle 21 di sabato. Poi è tornato nel suo appartamento, al civico 95 della stessa via, un quartiere residenziale di Sanremo, ed è qui che lo ha trovato morto stamani la figlia. Si tratta dell'ex gioielliere di Sanremo Luciano Amoretti, 76 anni, massacrato di botte fino a morirne la scorsa notte. Ancora oscuro il movente. Dalle 9 del mattino, la polizia scientifica sta lavorando per raccogliere elementi e ricostruire quando accaduto nelle scorse ore. 

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Gli agenti hanno compiuto un sopralluogo all'interno dell'abitazione, ma anche nel piccolo cortile davanti al portone di ingresso. Solo nel pomeriggio, dopo l'esame esterno compiuto sulla salma da parte del medico legale, il cadavere è stato portato all'obitorio dove resta a disposizione dell'autorità giudiziaria che disporrà l'autopsia. Gli inquirenti intanto hanno requisito e stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. «Intorno alle 21,30 mio marito ha sentito delle voci - racconta una vicina, ancora incredula -. Si sentiva un uomo dire 'ahì, ma non pensavamo di certo che fosse un omicidio. È durato qualche istante, poi il silenzio». «Ieri era tranquillo, l'ho incontrato come sempre in un bar davanti al Casinò di Sanremo, che frequentava spesso - ha detto uno degli amici di Amorelli - stamani ho visto la sua auto parcheggiata sul vialetto con i nastri della polizia. Luciano era un uomo buono, prestava i soldi, vendeva oro e orologi, ma non pensavo che qualcuno gli avrebbe mai fatto del male». 

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L'ex orefice fu arrestato

L'ex gioielliere era stato arrestato dalla polizia con l'accusa di essere il basista della rapina a mano armata avvenuta nel luglio 2018 ai danni della gioielleria Abate di Sanremo.
In passato aveva avuto altri problemi con la giustizia per reati contro il patrimonio, legati soprattutto alla ricettazione di gioielli. Il movente dell'efferato omicidio non è ancora chiaro. Sul caso gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Sul luogo dell'omicidio, oltre alla polizia scientifica e alla squadra mobile della Questura di Imperia, è giunto il questore Pietro Milone e il sostituto procuratore Francesca Bugané Pedretti, che coordina le indagini. 

 
 


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