Sapienza, morto al rave: scontro Rettore-Questura. Procura apre un fascicolo per omicidio colposo, disposta l'autopsia

Sapienza, morto al rave: scontro Rettore-Questura. Procura apre un fascicolo per omicidio colposo, disposta l'autopsia
di Michela Allegri e Marco Pasqua
Lunedì 24 Giugno 2019, 01:16 - Ultimo agg. 25 Giugno, 01:06
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Non ce l’ha fatta Francesco Ginese, il ragazzo di 26 anni che si è ferito mentre tentava di scavalcare un cancello della Sapienza, per partecipare ad un rave abusivo. Inutile l’intervento chirurgico al quale è stato sottoposto nel pomeriggio di sabato, all’Umberto I, dopo essersi reciso l’arteria femorale, nella notte tra venerdì e sabato. Per aiutarlo, nelle ultime ore era anche scattata una gara di solidarietà, sui social, per la raccolta di sangue. La Procura aprirà un fascicolo, nell’attesa che la polizia invii una informativa sulla serata, tutta documentata da parte delle forze dell’ordine.

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E, intanto, mentre i collettivi pensano già alla prossima festa, divampa lo scontro tra la Questura e il rettorato, sul mancato intervento della polizia. «Quando l’ateneo ha notizia dell’organizzazione di eventi non autorizzati, provvede sempre, come anche nel caso in questione - spiegava La Sapienza - ad una preventiva formale comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, qualora tali eventi non autorizzati dovessero effettivamente svolgersi, contravvenendo al Regolamento in materia e/o forzando gli accessi agli spazi universitari, l’ateneo procede sempre a presentare un esposto alla Procura». La Questura, da parte sua, faceva notare che neanche stavolta – stesso copione per tutti gli altri rave abusivi in ateneo – il rettore avesse chiesto in maniera esplicita l’uso della forza pubblica, richiesta necessaria quando la polizia deve entrare in un ateneo. Anzi: secondo quanto si apprende, a domanda specifica, il rettore avrebbe negato alla Questura la possibilità di impedire lo svolgimento della festa. 
 



L’INCHIESTA
Sul caso indagano Procura e Digos. Gli inquirenti stanno identificando i promotori del rave abusivo, che rischiano la denuncia. Nel mirino degli investigatori ci sono le falle nella sicurezza: al vaglio c’è la posizione sia degli organizzatori della Notte Biancha che di chi ha la giurisdizione sugli spazi dell’ateneo. Oggi la Digos consegnerà al pm Stefano Fava - che era di turno al momento del decesso del giovane - un’informativa sulla serata. Dalle prime verifiche, sembra che il ragazzo abbia fatto tutto da solo, scavalcando la cancellata con due amici - forse per non pagare il biglietto o per evitare la fila all’ingresso - e ferendosi. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti in merito al decesso di Francesco Ginese. Titolare dell'indagine è il pm Stefano Rocco Fava che dopo aver ricevuto una prima informativa della polizia ha disposto l'autopsia sul corpo del giovane.

Intanto gli investigatori stanno sentendo gli amici del ventiseienne e altri partecipanti all’evento. Se venissero effettivamente rilevate problematiche di sicurezza o altre anomalie, gli organizzatori potrebbero finire presto sotto inchiesta. Comunque, già da tempo le feste abusive alla Sapienza sono nel mirino degli inquirenti. Il pm Erminio Amelio, dopo varie denunce dell’ateneo, ha aperto un fascicolo sui precedenti rave illegali. L’ipotesi di reato è violenza privata. Perché, almeno secondo la polizia, gli organizzatori avrebbero costretto chi cercava di cacciarli a “tollerare” la loro presenza. La Digos ha già denunciato in procura 21 persone, cioè gli organizzatori dei party precedenti. E sta effettuando ulteriori identificazioni. A fare scattare l’inchiesta, la segnalazione della stessa università, dopo un evento dell’aprile 2018: il Teppa Fest, che si tiene ogni anno sul pratone della Minerva. «L’iniziativa non era autorizzata, era abusiva ed è stata prontamente denunciata agli organismi competenti e, in particolare, al Commissariato di Polizia da parte delle autorità accademiche preposte alla sicurezza», aveva comunicato l’ateneo in una nota. Anche in quell’occasione, l’ingresso della festa era a pagamento. 

LE REAZIONI
«È inaccettabile che un luogo di formazione e cultura, vera e propria eccellenza italiana, venga trasformato in una discoteca abusiva», tuonava ieri il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. «Francesco era un bravo ragazzo - ha detto il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli. - che consideravo un amico. Lo sono ancora di più per le circostanze in cui questo è avvenuto». Gli organizzatori sotto accusa, invece, hanno sottolineato che «appena conosciuta la gravità dell’incidente, hanno sospeso i loro eventi». Omettendo di ammettere, anche stavolta, che quel rave, con ingresso «a sottoscrizione» (minimo 2 euro a persona) era privo di ogni autorizzazione. 

Il Codacons. Sul caso del ragazzo morto dopo essere rimasto gravemente ferito nel tentativo di scavalcare una delle cancellate per entrare ad un rave party presso La Sapienza, il Codacons presenterà oggi un esposto in Procura affinché siano accertate le responsabilità dei vertici dell'ateneo e delle stesse forze dell'ordine. «Si tratta di una morte annunciata, in quanto party abusivi organizzati senza autorizzazioni e senza il rispetto delle norme di settore mettono a grave rischio l'incolumità dei partecipanti e aumentano il rischio di incidenti anche gravi - spiega il presidente Carlo Rienzi - Per tale motivo abbiamo deciso di chiedere alla Procura di Roma che già indaga sulla vicenda di accertare le responsabilità dei vertici dell'ateneo, a partire dal Rettore, e delle stesse forze dell'ordine che, in base a quanto si apprende, sarebbero state più volte avvisate attraverso esposti e denunce circa feste illegali organizzate a La Sapienza». «Feste di questo tipo vanno impedite con ogni mezzo, perché sono estremamente pericolose anche in virtù delle droghe e dell'alcol che circolano al loro interno - prosegue Rienzi - Chi ha permesso che si svolgesse un party abusivo privo di autorizzazioni e senza il rispetto delle norme sui servizi di sicurezza e vie di fughe, deve essere indagato per concorso nella morte del ragazzo.
Farebbero bene il sindaco di Roma e il Rettore dell'università a concedere agli studenti spazi all'interno dell'ateneo dove organizzare feste legali e nel rispetto delle norme vigenti, per evitare il ripetersi di simili tragedie».

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