Sara Pedri, ispezione in ospedale su interrogazione parlamentare: presentato un ddl sul mobbing

Sara Pedri, interrogazione parlamentare per ispezione in ospedale: presentato un ddl sul mobbing
Sara Pedri, interrogazione parlamentare per ispezione in ospedale: presentato un ddl sul mobbing
Lunedì 20 Settembre 2021, 11:13 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 15:14
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Gentile e professionale con i pazienti, autoritario e aggressivo con i colleghi. Questo, in sintesi, l’identikit che sarebbe emerso dell’ex primario dell’ospedale di Trento dalla Relazione degli ispettori inviati dal Ministro alla Salute Roberto Speranza nell'ospedale in cui lavorava Sara Pedri la ginecologa scomparsa nel nulla nel marzo scorso. Un’ispezione sollecitata da un’interrogazione parlamentare, portata avanti dalla senatrice Donatella Conzatti, e accordata dal Ministro, dopo la denuncia della famiglia della dottoressa che ha puntato il dito contro il difficile clima del reparto dove lavorava.

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«Serve tolleranza zero contro le molestie e le discriminazioni sul lavoro – spiega la senatrice Conzatti – perché la drammatica vicenda di Sara Pedri è solo la punta di un iceberg.

Per un caso che viene tragicamente a galla tantissimi rimangono nascosti. Ed è a loro che dobbiamo pensare perché nessuno deve lavorare in un luogo che, invece di essere da stimolo, è una gabbia da cui voler scappare». Per questo in Parlamento è stato presentato un disegno di legge per il contrasto al mobbing e allo straining di cui la senatrice di Italia viva è prima firmataria. «Abbiamo un’occasione storica per promuovere un modo di lavorare fondato sulla dignità e il rispetto. La Convenzione n. 190 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, e la relativa Raccomandazione n. 206 disegnano un quadro normativo internazionale di riferimento e danno gli strumenti per liberare il mondo del lavoro da violenza e molestie, violazione dei diritti umani e minaccia alle pari opportunità. L’Italia nel 2021 ha ratificato il trattato dandone “piena e intera esecuzione”. Siamo ad un passo quindi per avere uno degli ordinamenti più all’avanguardia. Mancano però ancora le norme di attuazione. Per questo va aperto un dibattito che a partire da questo disegno di legge coinvolga i Ministeri di Lavoro, Giustizia e Salute ma anche le associazioni datoriali, i sindacati e i consiglieri di parità, affinchè questa 18’ legislatura consegni al Paese innanzitutto una definizione aperta, flessibile di violenza e molestie sul lavoro, adattabile alle molteplici e multiformi situazioni lavorative».

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Ad oggi servono strumenti concreti di prevenzione, di conoscenza del fenomeno, di protezione delle vittime, di repressione con sanzioni e anche un monitoraggio nazionale che permetta ai troppi casi di mobbing e straining di uscire dall’anonimato. «Gli obiettivi che il Ddl sul mobbing si pone sono molteplici: rendere il lavoro dignitoso, togliere le persone da una condizione di sofferenza, migliorare la qualità dei servizi e l’efficienza delle organizzazioni produttive ed evitare così che la collettività sia gravata da costi diretti ed indiretti». Quello che oramai appare certo è che la crescita economica tanto ricercata anche con il PNRR debba passare per la qualità e la tutela del lavoro. Quello che oramai appare certo e’ che casi come quello della dottoressa Pedri non devono più verificarsi.

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