I Savoia rivogliono i gioielli della Corona: un tesoro di 6mila brillanti custodito nella Banca d'Italia

A chiedere la restituzione dei gioielli gli eredi di Umberto II: il principe Vittorio Emanuele e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice

I Savoia rivogliono i gioielli della Corona: un tesoro di 6mila brillanti custodito nella Banca d'Italia
Martedì 25 Gennaio 2022, 11:54 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 08:33
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I Savoia rivogliono il loro tesoro: 6.732 brillanti e 2 mila perle, di diverse misure, montati su collier, orecchini, diademi e spille varie che fanno parte dei gioielli della Corona, custoditi dentro uno scrigno in un caveau della Banca d’Italia dal giugno del 1946. Oggi si terrà il primo incontro di mediazione per discutere sulla modalità della restituzione tra il legale della famiglia Savoia, l’avvocato Sergio Orlandi, e i rappresentanti della Banca D’Italia, della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia. Lo scrive il Corriere della Sera.

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A chiedere la restituzione dei gioielli sarebbero gli eredi dell’ultimo re d’Italia, Umberto II: il principe Vittorio Emanuele di Savoia e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice.

Qualora al termine della mediazione le parti non arrivassero a una soluzione, i Savoia, sempre rappresentati dall’avvocato Orlandi, procederanno a citare in giudizio lo Stato con l’intento di riavere indietro i gioielli. Una richiesta di restituzione dei gioielli custoditi in via Nazionale era già stata avanzata il 29 novembre del 2021 dall’avvocato Orlandi con l’invio di una raccomandata indirizzata alle tre istituzioni individuate come interlocutrici nella mediazione. La replica era arrivata ventiquattro dopo, il 30 novembre, attraverso gli avvocati Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino che, per conto della Banca d’Italia, hanno bocciato la richiesta scrivendo: «La restituzione non può essere accolta, tenuto conto delle responsabilità del depositario».

A chi appartiene il tesoro?

Ma quando avvenne la confisca dei gioielli? Tre giorni dopo la nascita della Repubblica, sancita con il referendum del 2 giugno del 1946, il ministro della Real Casa, Falcone Lucifero, su incarico di Umberto II, consegnò i gioielli all’allora governatore della Banca d’Italia, Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica. Nel verbale di consegna del 1946 del ministro Lucifero è scritto: «Si affidano in custodia alla cassa centrale, per essere tenuti a disposizione di chi di diritto, gli oggetti preziosi che rappresentano le cosiddette gioie di dotazione della Corona del Regno». Con la speranza che, prima o poi, i gioielli tornassero nelle mani dei Savoia. Emanuele Filiberto di Savoia, nipote di Umberto II, interpellato sulla vicenda disse: «Mio nonno scrisse a chi di diritto, e ad avere quel diritto sono gli eredi. I gioielli sono di casa Savoia e ci dovrebbe essere una restituzione, poi, come ho sempre ripetuto andrebbero esposti in Italia perché fanno parte della storia italiana».

 

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