Scontri ultras sull'autostrada A1: «Hanno attaccato compatti, ci sono molti feriti in fuga»

Su TikTok la ricostruzione degli incidenti dalle voci degli ultras

Un frame degli scontri tra ultras sull'Autostrada del Sole
Un frame degli scontri tra ultras sull'Autostrada del Sole
di Leandro Del Gaudio e Valentino Di Giacomo
Giovedì 12 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 07:21
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Tutto su Tiktok, il social più amato da hooligan e tifosi organizzati. Prima, durante e dopo, a scavare bene, si trovano non poche tracce dei tafferugli di domenica scorsa. Siamo in una sorta di galleria umana, quella legata ai canali di comunicazione utilizzati dai supporter delle due squadre. Qui c'è un po' di tutto. Assalti, feriti, strategie, appostamenti, raid della polizia, bilancio finale dei tafferugli. Sta tutto lì, in questi audio che sono girati - anche in modo vorticoso - pochi minuti dopo gli scontri di domenica scorsa. E non solo. Digos al lavoro, possibile che tramite alcune chat attenzionate, vengano fuori anche altri elementi relativi alla pianificazione del doppio assalto sulla A1.

Ma proviamo a raccontare il romanzo criminale degli hooligan alla luce di video e audio finiti al centro di fascicoli di indagine, su cui sono al lavoro almeno tre Procure, tra Arezzo, Roma e Napoli.

A parlare è un giovane uomo dall'accento romano. Commenta tramite un vocale cosa è accaduto dalle undici del mattino in poi, all'altezza della stazione di servizio di Badia al Pino.

E fa capire di aver parlato con soggetti ben inseriti nei gruppi coinvolti. Sentiamolo: «Da quello che so è che i napoletani erano pronti, stavano là, all'autogrill... certo i romanisti sono scesi, so che ci sono stati parecchi feriti, i napoletani le hanno date e li hanno feriti... ma pure qualche napoletano è stato ferito, mi hanno detto che hanno fatto una bella azione, i napoletani, nel senso che hanno fatto un'azione bella studiata nei minimi particolari. Però i romanisti ci stavano, sono scesi, si sono compattati, e sono andati incontro allo scontro». Parole che fanno il giro dei social in queste ore, ma che evidenziano - almeno alla luce di chi sta indagando - un punto in particolare: l'azione sembra essere pianificata. E non c'è solo il commento a caldo ad alimentare questo tipo di ipotesi investigativa, perché da mesi alcuni soggetti erano sotto il cono d'ombra delle indagini. Colpa del calendario, che ha messo teppisti della Roma e del Napoli sulla stessa dorsale autostradale, che ha creato le condizioni ottimali per facilitare lo scontro. Ed è in questa logica, che da Napoli si sono organizzati usando metodi purtroppo già noti: l'affitto dei Van, che contengono fino a nove persone. Da Napoli sono partiti almeno 45 minivan, dal costo di 180 euro ciascuno, che sono stati sistemati negli spazi dell'area di servizio. È stata creata una diga, che ha consentito di agire con una buona dose di anticipo. Ma sentiamo cosa dice un altro potenziale testimone di questa storia, che offre - ovviamente in modo involontario - una conferma su un altro aspetto non secondario: la tendenza delle due squadre di picchiatori di occultare i propri feriti, di non rivolgersi agli ospedali per evitare un coinvolgimento nelle indagini. Stando a questo racconto, i feriti sarebbero un numero imprecisato, ovviamente in ambo gli schieramenti: «Allora le cose sono andate così. I primi quattro transit sono stati acchiappati alla sprovvista», dice commentando il raid dei napoletani contro i romanisti. E continua: «Le pattuglie hanno chiuso subito l'autogrill e non hanno fatto entrare altri transit che hanno provato a proseguire a piedi, ma anche lì non hanno trovato la strada... ho saputo che gli hanno spaccato gambe e braccia, sono stati un gruppo di napoletani che sono arrivati da un sottopasso».

«Tutto spaccato. Sta su un'altra auto, su un'altra macchina, lo devono portare in ospedale». A parlare è un altro cittadino dall'accento romano, che parla in riferimento a un'azione che vedrebbe protagonisti sempre i napoletani contro i romanisti. 

Video

Ma cosa accade ora? Fallito il tentativo di chiudere il cerchio attorno ai più facinorosi tramite gli arresti in differita, non resta che procedere sfruttando il materiale messo a disposizione in questi anni. Si punta a verificare in particolare, quali sono stati i vessilli piazzati a Genova, sugli spalti del Marassi, in occasione del match del Napoli contro la Sampdoria. Tante le presenze degli ultrà dei Mastiffs, il gruppo conosciuto anche perché guidato in passato da Genny a carogna, capo-popolo a Roma ai tempi della tragica finale di Coppa Italia in cui perse la vita Ciro Esposito. Subito dopo l'inferno dell'A1, almeno 200 supporter azzurri sono tornati a Napoli. Erano soggetti legati a Brigata Carolina di Curva A e a Ultras 72 (gruppo radicato nel rione popolare della Loggetta, in zona rione Traiano), che si sarebbero dileguati dopo l'inferno in autostrada. È lo stesso tragitto che ha visto protagonista Antonio Marigliano, il presunto teppista scarcerato ieri mattina dal gip di Napoli. È stato trovato a casa lunedì notte e ha dichiarato di non aver proseguito nel percorso verso Genova, quando ormai la situazione - in materia di ordine pubblico - era completamente degenerata. Lavoro per gli analisti del tifo organizzato, in una vicenda che era stata scandita anche da alcune segnalazioni della vigilia. Che domenica scorsa ci fossero possibilità di incroci pericolosi era stato indicato dagli investigatori della Capitale, in un osservatorio permanente sulle dinamiche del tifo organizzato dove non sono scattati provvedimenti preventivi. 

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