La scuola rischia per l’ennesima volta di finire nella tenaglia della pandemia Covid rilanciata dalla variante inglese. Ieri la Campania, flagellata da 2.000 contagi al giorno, ha annunciato la chiusura di tutte le scuole almeno fino a metà marzo quando saranno concluse le operazioni di somministrazione dei vaccini a tutti i 140.000 lavoratori delle scuole campane. Nelle Marche sono state chiuse tutte le superiori. E nelle decine di micro-zone rosse o “arancione scuro” moltissimi istituti hanno chiuso i battenti.
Di fronte a questa situazione i
L’obiettivo comune è fare chiarezza sui dati della diffusione delle nuove mutazioni del virus tra i ragazzi nelle aule: una richiesta che era arrivata nelle ultime ore dalle Regioni e che è stata portata all’attenzione dell’
La scuola è solo la punta dell’iceberg di una situazione epidemiologica pessima e che lascia intravedere una possibile terza ondata di Sars Cov-2 che renderebbe difficile anche la campagna vaccinale. Anche ieri i casi di nuovo contagio hanno superato quota 20.000, il rapporto tra tamponi e positivi è salito al 6,3%, ci sono ancora 253 morti in 24 ore. Non solo: dieci regioni hanno un Rt superiore all’1, in cinque il rischio complessivo è alto e in otto il tasso di occupazione in terapia intensiva è sopra la soglia critica. «È fondamentale - dice l’Istituto Superiore di Sanità nel suo rapporto settimanale - evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo familiare e rimanere a casa il più possibile».
Sulla base delle indicazioni tecniche e dell’andamento dell’Rt il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze che passano le Regioni Basilicata e Molise (quest’ultima su sua richiesta) in fascia rossa e Lombardia, Piemonte e Marche in fascia arancione.
«Alla luce del chiaro trend in aumento dei contagi - sottolinea l’Istituto superiore di sanità - sono necessarie ulteriori e urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi» locali «per evitare il sovraccarico dei servizi sanitari».