«Daredevil selfie», l'ultima sfida: centinaia di morti per scattare una foto estrema, 7 su 10 avevano meno di 30 anni

«Daredevil selfie», l'ultima sfida: centinaia di morti per scattare una foto estrema, 7 su 10 avevano meno di 30 anni
di Gigi Di Fiore
Sabato 19 Giugno 2021, 23:45 - Ultimo agg. 20 Giugno, 18:11
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L’ultima vittima si chiamava Patrizia Pepè. Aveva 42 anni ed era originaria di Reggio Calabria. Vittima del desiderio di scattarsi una foto originale con sfondo mozzafiato, complice il telefonino diventato ormai accessorio per fissare immagini da non dimenticare. E domenica scorsa, Patrizia Pepè, residente da quattro anni a Seregno in provincia di Monza e Brianza, ha perso la vita per questo desiderio da appagare in barba alle norme di sicurezza. Voleva avere una foto come quella di Belen, in cima alle cascate di Acquafraggia a Piura in Val Bregaglia ed è salita scavalcando una staccionata vietata. È scivolata, per poi precipitare oltre 60 metri in acqua. Inutili i tentativi di salvarla del compagno 36enne Antonio Ciulla. 


La foto particolare e unica che altri non hanno diventa sempre più spesso ricerca di un angolo pericoloso, che mette a rischio la vita in modo inconsapevole. Il selfie prima di tutto, anche violando divieti. Ha spiegato Omar Iacomella, il sindaco di Piuro il comune dove c’è la cascata in cui è precipitata Patrizia Pepè: «Sulla zona del Belvedere si è tolta le scarpe ed è scivolata nel torrente, non accessibile per motivi di sicurezza, i cartelli indicano che è vietato lasciare il sentiero per farsi foto in mezzo alle cascate». È andata meglio, ma ha rischiato grosso, al farmacista 31enne di Pomigliano che aveva cercato di scattarsi un selfie sul ponte a Roma vicino l’isola Tiberina.

Era con tre amici e ha cercato l’immagine originale da postare sui social. Ha perso l’equilibrio sul ponte ed è volato per una decina di metri finendo sulla pista ciclabile, che costeggia il Tevere. «Stava scattando delle foto, si è seduto sul muretto e ha perso l’equilibrio» hanno raccontato gli amici ai soccorritori.

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Non ce l’ha fatta, invece, la studentessa diciannovenne bielorussa Viktoria Grinkevich. Ha tentato di scattarsi un selfie sporgendosi troppo dal balcone dell’ostello di Vilnius in Lituania dove alloggiava, per riprendere alle spalle il panorama della città. Era salita su uno sgabello e ha perso l’equilibrio, precipitando. Le è costato caro cercare le luci all’orizzonte di notte nell’inquadratura giusta. Più fortunata una coetanea di Viktoria, che era in viaggio a Pompei. Una turista diciannovenne ucraina, in vacanza con due coetanei. Salita sulla balaustra del campanile della chiesa di Pompei, avrebbe voluto scattarsi un selfie al limite della sicurezza. Ha cercato l’inquadratura giusta, ondeggiando, ma se ne sono accorti due carabinieri che l’hanno bloccata. Appena in tempo, la ragazza avrebbe potuto cadere da un’altezza di 82 metri. La foto particolare a tutti i costi e la voglia di stupire i propri follower condiziona anche personaggi pubblici. Come la modella ventunenne Madalyn Davis, nota tra fashion blogger e influencer. Ha cercato la foto da postare con lo sfondo nella Diamond Bay australiana non lontano da Sidney. È scivolata, precipitando per trenta metri, proprio nel luogo preferito per selfie mozzafiato. L’equilibrio instabile l’ha tradita.

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Ma c’è anche chi del selfie estremo fa una filosofia di coraggio. È la tendenza malsana, in voga tra gli adolescenti, del cosiddetto «Daredevil selfie». lo scatto in posizioni e luoghi pericolosi. Un mettersi alla prova, che ha contagiato adolescenti di tutto il mondo. Sui binari dei treni, su parapetti, su campanili, su tetti in bilico. Il pericolo per una foto. Uno degli ultimi casi finiti male è stato quello del quindicenne Andrea Barone, precipitato in una condotta di areazione del centro commerciale «Sarca» di Sesto San Giovanni in provincia di Milano, nell’area del cinema multisale «Skyline». Ha scavalcato recinzioni e ignorato divieti in cerca di un selfie a sensazione, ma ha perso l’equilibrio finendo nel bocchetto dell’areazione per diversi metri. È morto. E sul «Daredevil selfie», l’Eusispes ha raccolto dati inquietanti, che fanno riflettere. In 6 anni, le vittime sono state 259 e in sette casi su dieci hanno meno di 30 anni. Nella casistica, rientrano 41 persone morte cadendo da palazzi, montagne e scogliere, 70 gli annegati. Ancora più inquietante la casistica che riguarda le 76 vittime di età compresa tra i 10 e i 19 anni. 

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