Serena Mollicone, giallo sul corpo riesumato: «Spariti alcuni organi»

Serena Mollicone, giallo sul corpo riesumato: «Spariti alcuni organi»
Serena Mollicone, giallo sul corpo riesumato: «Spariti alcuni organi»
di Pierfederico Pernarella
Lunedì 29 Aprile 2019, 07:31 - Ultimo agg. 17:56
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Spariti alcuni organi e altri reperti prelevati nel corso della prima autopsia sulla salma di Serena Mollicone. La circostanza emerge dalla superperizia della professoressa Cristina Cattaneo ed è un altro dei tanti misteri che compongono il giallo della giovane uccisa nel giugno del 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone. Uno dei casi più controversi della storia giudiziaria italiana. Ora, dopo l'ennesima riapertura delle indagini, la Procura di Cassino è riuscita a mettere un punto con l'avviso di chiusa inchiesta notificato dieci giorni fa. All'ex maresciallo dei carabinieri, Franco Mottola, allora comandante della caserma di Arce, alla moglie Anna Maria e al figlio Marco viene contestato l'omicidio volontario. Indagati altri due carabinieri, all'epoca dei fatti in servizio ad Arce: il luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso morale nell'omicidio e l'istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, e il maresciallo Francesco Suprano indagato per favoreggiamento nel delitto.

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LA SVOLTA
La svolta nelle indagini è stata possibile grazie alla riesumazione nel 2016 della salma di Serena e ai successivi accertamenti medico-legali condotti dalla dottoressa Cristina Cattaneo. Proprio la perizia della specialista di cold case ha consentito di stabilire una potenziale compatibilità tra il trauma cranico della ragazza con l'ammaccatura della porta di uno degli alloggi della caserma dell'Arma.
Ma nella relazione conclusiva la professoressa non manca di sottolineare anche il mancato svolgimento di esami fondamentali nei primi accertamenti medico-legali e la sparizione nel corso delle indagini di alcuni importanti reperti autoptici. Elementi che avrebbero consentito ancora oggi di far raccontare al corpo di Serena più dettagli sulla sua uccisione. Per accertare la presenza di altri segni riconducibili a terze persone, la Cattaneo ha dovuto esaminare anche la possibilità di un contatto o di un rapporto sessuale. Gli esami effettuati alla prima autopsia, scrive la Cattaneo, stabilirono l'assenza di liquido seminale. Dato che, aggiunge il medico legale, non può escludere che vi sia stato un rapporto sessuale. Questo poteva essere eventualmente verificato con ulteriori accertamenti sull'apparato genitale. Analisi che però è stato possibile eseguire solo in modo parziale perché, scrive la Cattaneo, «purtroppo gran parte dei genitali e dell'ano è stata prelevata all'autopsia ma mai rinvenuta per ulteriori indagini».

LE IPOTESI
Il medico legale non precisa le circostanze e le ragioni del mancato rinvenimento di quei reperti. Sono evidentemente informazioni che mancano negli atti a lei consegnati. Allo stato dunque le ipotesi sulla sparizione sono tutte aperte. Non è escluso che la distruzione di quei reperti possa essere stata disposta, a suo tempo, dalla stessa magistratura. Forse, all'epoca, si riteneva che quegli organi, una volta eseguiti gli esami, fossero ormai inservibili, nonostante le indagini sul caso di fatto non sono mai state chiuse. Sedici anni dopo, invece, potevano ancora dire qualcosa: se e con chi, ad esempio, Serena aveva avuto dei rapporti. Tanto è vero che la Cattaneo dalla salma riesumata, pur mancando gran parte degli organi genitali, è riuscita ad esaminare oltre 1400 peli e solo uno di questi non è risultato appartenente a Serena, ma le successive comparazioni genetiche condotte dai carabinieri del Ris non hanno prodotto risultati utili. Gli organi genitali non sono gli unici reperti spariti nel corso delle indagini. La Cattaneo scrive anche che alcune lesioni prelevate sul cranio di Serena, che avrebbero potuto aiutare a identificare la natura dell'oggetto contundente, «non sono state più ritrovate in seguito ai vari passaggi avvenuti negli anni successivi».

GLI ESAMI
Una certa tipologia di esami, sottolinea la professoressa, nel 2001 non era ancora diffusa nei protocolli medico-legali. Ma mancarono anche altri accertamenti più semplici, eppure imprescindibili. Non venne, ad esempio, stabilita la temperatura del corpo né vennero svolte le analisi sulle larve depositate sul corpo della ragazza. Esami che avrebbero potuto indicare in maniera esatta il momento del decesso.
 

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