Sfregio all'elefante del Bernini, tutti i precedenti dalla pietà di Michelangelo alla Barcaccia

Sfregio all'elefante del Bernini, tutti i precedenti dalla pietà di Michelangelo alla Barcaccia
Lunedì 14 Novembre 2016, 20:40 - Ultimo agg. 21:02
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Lo sfregio alla Fontana dell'Elefante di Bernini di piazza della Minerva a Roma è solo l'ultimo capitolo di una lunga storia di danneggiamenti al patrimonio artistico in Italia. Un'altra celebre opera del Bernini era finita vittima dei vandali nel febbraio 2015, quando i tifosi del Feyenoord, in trasferta nella capitale, avevano provocati danni milionari alla Barcaccia, uno dei monumenti simbolo della città. Più volte bersagliata anche la Fontana dei Fiumi (o dei Quattro Fiumi), ancora del Bernini, posta al centro di Piazza Navona. Nel 1997 l'episodio più grave: un uomo si tuffò nella vasca usando come trampolino la coda di uno dei mostri marini raffigurati, che si spezzò.

Sempre a Roma, il 22 gennaio 1998, durante la visita di una scolaresca, vennero danneggiati con diversi punti di matita tre quadri di Matisse esposti ai Musei Capitolini, "La giapponese", "Pianista e giocatori di dama" e "Zorah in piedi". Il 26 gennaio 1999, alla Galleria di arte moderna, venne imbrattata con un pennarello la tela di Jackson Pollock "Sentieri ondulati". Ma il danneggiamento più clamoroso resta probabilmente quello della Pietà di Michelangelo, presa a martellate il 21 maggio 1972 dall'ungherese Laszlo Toth.

Un'altra opera di Michelangelo, il David, finì il 14 settembre del '91 sotto le martellate di Piero Cannata, palermitano residente a Prato, pittore mancato diventato sfregiatore di opere d'arte.
Il secondo dito del piede sinistro della scultura, esposta a Firenze nella Galleria dell'Accademia, venne distrutto. Forse meno illustre ma ugualmente nota un'altra vittima del vandalismo, ancora a Firenze: la Fontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati in piazza della Signoria, meglio conosciuta come il "Biancone". Il 2 agosto del 2005 la mano destra e il bastone vennero frantumati da un giovane che aveva "scalato" il gruppo marmoreo. Circa un anno dopo venne completato il restauro, curato dai tecnici dell'Opificio delle pietre dure. Qualche anno prima, nel giugno del 1997, a uno dei cavalli della fontana del Nettuno era stata rotta una zampa da uno sconosciuto.
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