Sharm El Sheik, un altro caso dopo Federica: due trans baresi bloccate all'aeroporto

Sharm El Sheik, un altro caso dopo Federica: due trans baresi bloccate all'aeroporto
Sabato 24 Agosto 2019, 11:01 - Ultimo agg. 25 Agosto, 14:12
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Prelevate dalla polizia egiziana mentre erano in fila per il visto provvisorio di soggiorno e interrogate. Poi rimpatriate perché trans, anche se ufficialmente per «discrasie tre le foto dei documenti, di uomini, rispetto all'aspetto esteriore, da donne». È quanto accaduto ieri a Sharm El Sheik a due trans di Bitonto, Loredana Corallo, 43 anni, Mikaela Sannicandro, 45 anni, partite da Bari per trascorrere le vacanze nella località turistica egiziana. A denunciare per primi la vicenda sono stati due amici delle due trans che hanno ricostruito così l'accaduto: «Le hanno prelevate dalla fila e condotte in un ufficio» dello scalo, e noi «abbiamo chiamato il consolato italiano al Cairo, ma la risposta è negativa: verranno imbarcate al primo volo disponibile, come se fossero terroristi, come se fossero infettate... questo è razzismo».

Si sono subito interessati alla vicenda i rappresentanti del tour operator presenti sul posto senza ottenere il risultato sperato: la polizia egiziana è stata irremovibile e ha non volute rilasciarle, avviando l'iter per il rimpatrio. La situazione si è sbloccata grazie all'intervento della Farnesina che tramite l'ambasciata d'Italia al Cairo si è immediatamente attivata ed è rimasta in contatto, fino a risolvere il problema, con le autorità locali, fornendo assistenza e agevolando il rientro delle nostre connazionali in Italia. Che sono già partite dall'Egitto con un volo diretto per Bologna.

A Bitonto tra amici e parenti si sono vissute ore di angoscia. «Sappiamo che sono partite, ma noi le aspettiamo con ansia - ha affermato Ivana Sannicandro, sorella di Mikaele - voglio vedere come stanno, se stanno bene. Perché se sono state maltrattate daremo vita a tutte le iniziative possibili: non ci fermeremo». Era pronta a partire per l'Egitto per andare a riprendersi la sorella, ma poi al loro legale, Giuseppe Galliani, è arrivata da Sharm El Sheik la notizia della partenza. Dal console italiano in Egitto il legale ha avuto tutte le rassicurazioni del caso: sono state trattate bene e non hanno avuto alcun problema di vitto o alloggio.

Per l'Arcigay di Bari, che sta valutando iniziative legali con la famiglia, «questa storia dimostra l'emergenza e l'urgenza di una legge: la richiesta principale è che le persone transessuali ottengano il cambio di documento già all'inizio del percorso di cambio di sesso». «Oggi - spiega l'associazione - siamo in un limbo legislativo perché è un giudice a stabilire il cambio di documento, e possono volerci anni, mentre noi chiediamo che la procedura consenta subito il cambio» Un analogo episodio è avvenuto il 16 agosto scorso, sempre a Sharm El Sheik, dove Federica Mauriello, transgender partenopea socia dell'Associazione Transessuale Napoli denunciò, tramite Facebook, di avere ricevuto «sputi, offese e anche a calci da parte della polizia perché in Egitto le persone transessuali non sono gradite».

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