Sonia Marra, intercettazione riapre il caso: «La ragazza è stata tritata»

Sonia Marra, intercettazione riapre il caso: «La ragazza è stata tritata»
Sonia Marra, intercettazione riapre il caso: ​«La ragazza è stata tritata»
di Egle Priolo
Domenica 15 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 15:11
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«A quella ragazza sai che hanno fatto? A quella l’hanno tritata… Quella non la ritroveranno mai. L’hanno buttata nell’immondizia». A parlare, ascoltati dai carabinieri di Todi, sono un seminarista e un parroco, intercettati per un’operazione antidroga coordinata dalla procura di Perugia. Il seminarista sembra molto ben informato: sta parlando di Sonia Marra, una 25enne pugliese scomparsa nel 2006 dalla sua casa di Elce, zona universitaria di Perugia poco distante dalla scuola di Teologia di Montemorcino dove lavorava.

Una vita letteralmente casa e chiesa, a cui si aggiungeva solo il brivido di una storia d’amore con un forestale di Marsciano, Umberto Bindella, che per quella scomparsa venne accusato di omicidio e sempre assolto, fino alla pronuncia della Corte di cassazione nel 2021 che ha confermato: non è stato lui a uccidere la giovane di Specchia e a far scomparire il cadavere, nonostante le bugie dette per anni per nascondere la loro relazione e (forse) un figlio in arrivo.

E si ritorna quindi a quanto ascoltato dai carabinieri nel 2011: un’intercettazione che, insieme a tantissimo altro materiale, adesso servirà alla famiglia di Sonia per chiedere la riapertura delle indagini. Perché in anni di processo a Bindella, dalle indagini fino al suo arresto – per pochi giorni – nel 2010, erano varie le circostanze che avevano convinto la procura ad accendere un faro su di lui, ma comunque esistono chili e chili di documenti, intercettazioni, testimonianze che portavano a conclusioni diverse dall’omicidio per occultare una gravidanza e un rapporto indesiderati. 

Compresa, appunto, quella telefonata che prosegue così: «Era tutto un giro… - insiste il seminarista - droga, soldi, sesso e altre questioni… sai che alla fine ci rimettono sempre i più deboli. Poi quando la cosa si è ingigantita… i più furbi… Lei era in mezzo con un altro di Marsciano che era un laico. Poi è successo che in qualche modo la cosa cominciava a scottare perché lei ha visto e ha sentito. Per questo l’hanno annientata. Perché ci sarebbero andati di mezzo i preti». «Chi c’era a capo di tutto questo?», chiede il parroco. «I capi? Uno è quello che adesso è anche indagato, va bene? E altri ci sono, ma non te lo posso dire. Tu immagina ‘sta mamma che non trova più la su’ figlia e immagina la Chiesa. Il corpo non lo troverà mai nessuno perché quella donna non esiste più». 

Una telefonata inquietante, incipit del libro di Alvaro Fiorucci “L’uomo nero. La scomparsa di Sonia Marra” presentato a Perugia due giorni fa. Davanti a un pubblico attento c’era anche Anna, sorella di Sonia, che da anni si batte per dare almeno una verità ai suoi anziani genitori. E l’annuncio del lavoro per far riaprire le indagini è arrivato lì, nel foyer del Morlacchi, pesante come un macigno e insieme un sospiro di sollievo. «A fronte di una situazione di tale importanza e drammaticità – ha confermato Alessandro Vesi, legale della famiglia - non si può non pensare a un’analisi totale di tutto il materiale raccolto negli anni. Non solo quello usato precipuamente per il processo a Bindella, ma tutto il materiale investigativo che abbiamo da poco recuperato, anche quello scartato per tipologia di interesse: indispensabile per sottoporre alcuni passaggi o alcune risultanze per procedere a un nuovo approfondimento di natura istituzionale». 

Avvocatese scaramantico ma il senso è univoco: dopo la triplice assoluzione dell’ex forestale, ci vuole la verità. E allora si riparte dalla vita di Sonia. Si riparte da intercettazioni e testimonianze finite in un cassetto. Si riparte da Montemorcino e anche dal mondo ecclesiastico, dopo un processo che ha visto testimoniare ben tre vescovi. In questa nuova fase, anche più dolorosa se possibile, la famiglia Marra sarà ancora supportata dall’avvocato Vesi ma anche dalla criminologa Roberta Bruzzone, che si è proposta per ottenere l’incarico di ristudiare tutte le carte di questo cold case. Lei e il suo staff, in particolare la collaboratrice Sara Olivieri, sono già al lavoro sul back up dell’intero materiale di indagine. Per aiutare due anziani genitori, piegati da un dolore sordo. «Combatterò per trovare la verità – ha detto Anna a Perugia -. Per trovare almeno un corpo su cui poter piangere mia sorella».

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