Sparatoria davanti al bar a Cinecittà. «Mia figlia viva per miracolo»

Spari in strada a Roma: «Potevamo morire tutti»
Spari in strada a Roma: «Potevamo morire tutti»
di Maria Lombardi e Alessia Marani
Martedì 2 Aprile 2019, 08:26 - Ultimo agg. 21:18
4 Minuti di Lettura

«Mia figlia era lì, appena fuori dal negozio. Due centimetri e la beccavano. Per un soffio non si è trovata tra i proiettili. Non ci posso pensare, sto ancora tremando». E la bambina? «Lei non ha capito cosa stava succedendo, si è solo spaventata per il rumore. A noi ci ha preso un colpo». La figlia di 11 anni saluta il padre dietro al vetro dell'agenzia di servizi immobili in via Flavio Stilicone. Lui ancora agitato passeggia sul marciapiede della sparatoria. C'è la macchia di sangue cerchiata dal gessetto, tre vetrine più in là il bar Petit. Su un tavolo di plastica sulla strada due tazzine rovesciate. Cinque colpi di pistola e il quartiere trema di paura.

Sparatoria Cinecittà, a Roma la guerra tra vecchia criminalità e nuove leve della camorra

«Poteva finirci in mezzo chiunque», ed è un brivido dietro l'altro. I nastri dei carabinieri transennano la zona degli spari, numeri gialli a terra segnano il tragitto dei proiettili. Scene così, qui non le ricordano. Arrivano da tutto Don Bosco, a Cinecittà, per vedere cosa è successo in via Stilicone «Ma che? C'è pure il cadavere, Andre'?». «No, tranquilla, solo due spari. So' bravi ragazzi..», si cerca di alleggerire la tensione. Ma in questo pomeriggio di terrore i tanti hanno ancora nella testa la sequenza dei colpi.

«Ero in cucina, li ho sentiti. Mi è sembrato un boato», la signora abita al primo piano del palazzo proprio di fronte il bar Petit dove Mauro Gizzi e Maurizio Salvucci sono stati gambizzati poco prima delle 16. «Quei due li conosciamo tutti quanti qui, di vista. Stanno sempre seduti a quel bar, dalla mattina alla sera. Che fanno? Boh! Che ne sappiamo». Anche ieri erano lì, quando due sullo scoter nero sono spassati e hanno sparato. Sapevano dove trovarli. «Io questa strada la detesto, da anni dico a mio marito: andiamo via da qui», Simona è spaventata, stava tornando con il figlio da scuola quando le è arrivata la notizia con un whatsapp. «Su questo marciapiede è uno schifo, non si può passare. Mia suocera abita poco più avanti, per arrivare là attraverso la strada e vado sull'altro lato. Sempre pieno di balordi che stanno fissi lì, a fare cosa non si sa. L'altro giorno uno è passato con lo scooter sul marciapiede e per poco non mi investiva».

LA TENTATA RAPINA
Poco prima degli spari, un tizio con un casco ha puntato una pistola in faccia a Mauro Perifano, nella sua gelateria di via Pubblio Valerio, a duecento metri dal bar di via Stilicone. «Stavo aprendo il negozio, erano le 15,30. Entra uno con il casco, il paravento e gli occhiali da sole. Mi punta una pistola in faccia: dammi tutto, mi fa. Io alzo le mani: prendi quello che vuoi. Nella cassa non c'era quasi niente, lui guarda e se ne va. Fuori, c'è un tizio in scooter che lo aspetta e scappano. Non posso sapere se erano gli stessi della sparatoria». I carabinieri stanno accertando se tra i due fatti c'è qualche collegamento.

Negli anni 90 questa era una strada di spaccio. «Ma li riconoscevi - racconta un commerciante - stavano in mezzo alla strada e si vedeva la droga passare di mano in mano. Adesso non è più così evidente». Ma scene così mai viste, «e certo che c'abbiamo paura. Gli spari in mezzo alla strada, siamo arrivati a questo». A duecento metri dal bar Petit c'è il cantiere dell'isola pedonale di via Stilicone, «vogliono fare il Pigneto 2, chissà che ne verrà fuori». Il 12 marzo scorso hanno rubato un escavatore. Si parlava di questo, sui marciapiedi di via Stilicone, del cantiere, chissà quando finisce, chi è favorevole e chi no.

Poi con gli spari di ieri tutto è cambiato, ora si parla di paura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA