Spiava per i russi: Walter Biot rischia due processi. Ecco le accuse

Spiava per i russi: Walter Biot rischia due processi. Ecco le accuse
Spiava per i russi: Walter Biot rischia due processi. Ecco le accuse
Venerdì 28 Gennaio 2022, 17:45 - Ultimo agg. 17:49
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Ricordate la storia di Walter Biot? L'ufficiale italiano accusato di spionaggio? Il 14 febbraio il gup di Roma vaglierà la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura. Nei giorni scorsi i pm di piazzale Clodio hanno sollecitato il processo - e lo stesso hanno fatto i colleghi della procura militare - per l'uomo arrestato mentre cedeva in cambio di denaro, nel marzo dell'anno scorso, notizie coperte da segreto ad un funzionario dell'ambasciata russa. Per questa vicenda Biot rischia, quindi, di dovere affrontare due processi, davanti al magistrato ordinario e davanti a quello con le stellette.

I due procedimenti hanno, infatti. camminato paralleli in quanto vengono contestati reati diversi. La procura ordinaria contesta spionaggio, rivelazione di segreto di stato e corruzione.

I pm militari, invece, i reati di «procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio», «procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato», «esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio» e «comunicazione all'estero di notizie non segrete nè riservate».

Per l'ufficio guidato da Francesco Lo Voi, Biot deve finire sotto processo per essersi procurato «a scopo di spionaggio politico notizie - è detto nella richiesta di rinvio a giudizio - che, nell'interesse della sicurezza dello Stato, o comunque nell'interesse politico, interno o internazionale dello Stato, dovevano rimanere segrete e ha rivelato queste notizie» ad un funzionario russo.

In particolare «avendo accesso, per il ruolo ricoperto e le funzioni svolte, a tutta la documentazione classificata e non, relativa alle missioni internazionali a cui partecipava l'Italia, agli schieramenti dei reparti e alle linee strategiche di condotta della Repubblica rispetto alle singole aree di intervento» e ha effettuato «con uno smartphone dedicato rilievi fotografici di documentazioni riservate nella sua disponibilità, per motivi del suo ufficio, e consegnava, dietro corrispettivo di denaro, segnatamente la somma di 5 mila euro la relativa scheda Sd contenenti tali immagini». Dal canto loro, i magistrati militari ritengono che l'ufficiale «si è procurato notizie concernenti la forza, la preparazione e la difesa militare dello Stato classificate segrete o riservate» ed ha eseguito «a scopo di spionaggio con uno smartphone in suo possesso fotografie di documenti concernenti la forza, la preparazione e la difesa militare dello Stato» che consegnava «a scopo di spionaggio notizie» al funzionario russo.

L'ufficiale è attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Biot venne arrestato in flagranza di reato mentre si trovava in un parcheggio di un centro commerciale alla periferia di Roma e stava consegnando i documenti riservati all'agente russo. Sul suo operato i giudici del Riesame, nelle motivazioni con cui nel giugno scorso hanno respinto una istanza di scarcerazione, scrivevano che si tratta di «una attività lesiva della sicurezza nazionale». Il militare era, infatti, in possesso del Nulla osta di segretezza (Nos) elevato, «il più alto previsto» e che le notizie procacciate rientravano tra quelle classificate "Nato Secret" e "Nato Confidential" e riservatissime». Agli atti dell'indagine ci sono anche tre video del 18, 23 e 25 marzo scorso in cui Biot viene immortalato mentre è intento, nel suo ufficio, a fotografare dal pc una serie di documenti da consegnare al funzionario russo. Una azione ripresa da una telecamera nascosta e in cui si vede il militare mentre ripone la sim-card in un bugiardino all'interno di una scatola di medicinali e la sistema nello zaino.

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