«Stadio soltanto con le opere», Raggi rinvia i controlli

«Stadio soltanto con le opere», Raggi rinvia i controlli
«Stadio soltanto con le opere», Raggi rinvia i controlli
di Lorenzo De Cicco
Sabato 19 Ottobre 2019, 10:03 - Ultimo agg. 10:12
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Sessanta pagine, 31 articoli. Dopo un braccio di ferro durato tutta l’estate, l’offerta del Campidoglio ai privati che sognano l’affare Tor di Valle ora c’è, nero su bianco: come anticipato giovedì dal Messaggero, resta la «contestualità» di tutte le opere pubbliche, che dovranno essere pronte per l’apertura dell’impianto sportivo e del mega complesso di negozi, uffici e alberghi, con cubature che superano largamente i limiti del Piano regolatore. Fra i motivi per cui il Comune potrà annullare il contratto c’è proprio la «mancata realizzazione di ciascuna opera pubblica imputabile» ai privati, «nei tempi previsti dalla Convenzione» (10 anni) o la difformità delle opere rispetto a quelle previste e approvate. Vietata anche la trasformazione degli uffici in appartamenti. Pallotta e soci si dovrebbero fare carico per tre anni della manutenzione delle infrastrutture, a partire dalla data di consegna dei lavori (che dovranno essere collaudati).

Pur tenendo il vincolo della «contestualità» tra opere private e pubbliche, a partire dal difficilissimo potenziamento della Roma-Lido, la bozza del Comune sembra rinviare i problemi, probabilmente alla prossima consiliatura. Nelle carte si legge infatti che si farà un check sullo stato di avanzamento dei lavori un anno prima del termine previsto. Quindi verosimilmente non prima del 2022-2023, ammesso che il progetto non si areni. A quel punto, se ci sarà uno scostamento non imputabile direttamente al soggetto proponente, si proverà a trovare una soluzione. Quale? Non è chiaro. La Regione Lazio, in un parere depositato questa estate, ha indicato alcune soluzioni temporanee. Per esempio l’aumento dei bus, ma pagato da chi? E in quale spazio, dato che l’Ostiense-Via del Mare, seppure unificata, ha margini molto ridotti per le corsie preferenziali? Insomma, sono ipotesi tutte da verificare. Anche perché il Politecnico di Torino ha già chiarito che pur con tutte le opere completate, il traffico andrebbe in tilt. Uno scenario «catastrofico». Quindi figuriamoci con i bus al posto della ferrovia potenziata a dovere.

Per il resto, sullo stadio resterà sempre il vincolo di impianto sportivo. L’As Roma, come già previsto nella delibera del 2017, sarà obbligata a sfruttarlo per almeno 30 anni. Altrimenti scatterebbe la «decadenza dei benefici connessi alla realizzazione degli impianti e la corresponsione di una somma commisurata al valore della trasformazione immobiliare». E ancora: se si arrivasse alla risoluzione per inadempimento, decadrebbero tutte le concessioni, il Campidoglio potrà chiedere i danni e acquisire «opere, manufatti ed impianti pubblici o di interesse pubblico». Nella bozza di convenzione si parla espressamente della vendita dei terreni dalla Eurnova di Parnasi, travolta dalle accuse di corruzione, alla TdV Real Estate di Pallotta. Questa è l’offerta del Comune. Ora i privati, che avrebbero voluto depennare la «contestualità», dovranno decidere se accettare o no.

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