Strage di Erba, testimone a Le Iene: «C'era faida tra marocchini e Azouz Marzouk, Rosa e Olindo innocenti»

Strage di Erba, testimone a Le Iene: «C'era faida tra marocchini e Azouz Marzouk, Rosa e Olindo innocenti»
Strage di Erba, testimone a Le Iene: «C'era faida tra marocchini e Azouz Marzouk, Rosa e Olindo innocenti»
Martedì 24 Novembre 2020, 15:20 - Ultimo agg. 25 Novembre, 18:33
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Una nuova testimonianza sul caso della strage di Erba (Como) dell'11 dicembre 2006. Nella puntata di questa sera della trasmissione Le Iene, su Italia 1, sarà proposta la testimonianza di Abdi Kais, tunisino arrestato con Azouz Marzouk, marito e padre di due delle quattro vittime della strage , che avrebbe frequentato l'abitazione dove fu commesso il delitto proprio nei mesi precedenti all'eccidio. L'uomo racconta di una forte rivalità tra il gruppo di tunisini vicini ad Azouz e uno di marocchini che spacciava nella stessa zona tra Erba e Merone. Rivalità sfociata in una rissa con accoltellamento da parte dei marocchini ai danni dello stesso Kais, e del fratello e due cugini di Azouz Marzouk. L'episodio avrebbe dato luogo a una faida.

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Il racconto

Immediata la reazione dei parenti di Azouz che avrebbero bucato le ruote e spaccato con una bottiglia il parabrezza dell'auto dei marocchini che - sempre secondo il racconto del tunisino - abitavano a Merone, a qualche isolato da loro. L'uomo sostiene inoltre che non furono Rosa e Olindo a commettere la strage, perché persone incompatibili alla dinamica di quell'eccidio che poteva essere compiuto da persone con preparazione fisica, velocità di esecuzione, e i marocchini erano appunto violenti e armati di coltelli.

Si tratta di elementi che potrebbero essere utilizzati dalla difesa dei coniugi Romano, condannati in via definitiva all'ergastolo in vista di una richiesta di revisione della sentenza. Nei giorni scorsi la Cassazione ha rigettato la richiesta dei difensori di analizzare alcuni reperti trovati sulla scena del delitto e mai analizzati. Per Fabio Schembri, uno di legali dei coniugi in carcere, «Il ricorso è stato respinto, ma rimane ancora una speranza riguardo alle motivazioni, non ancora pubblicate, che accompagneranno questa decisione. Io mi auguro e spero che nella motivazione la Corte di Cassazione possa indicare una strada tramite la quale farci analizzare questi reperti».

 

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