Strage di Erba, i giudici alla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi: no a nuovi reperti della scena del delitto

Strage di Erba, i giudici alla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi: no a nuovi reperti della scena del delitto
Strage di Erba, i giudici alla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi: no a nuovi reperti della scena del delitto
Martedì 4 Febbraio 2020, 14:11 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 14:14
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Strage di Erba, i giudici dicono no all'analisi dei reperti trovati sulla scena del delitto e mai esaminati. La Corte d'assise di Como ha respinto la richiesta della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi (condannati in via definitiva per la strage di Erba) di analizzare reperti trovati sulla scena del delitto e mai esaminati. I giudici hanno autorizzato invece i difensori della coppia ad avere «nuovi file originali», a disposizione della Procura, delle intercettazioni telefoniche che i legali ritengono lacunose. Uno degli avvocati dei coniugi, Fabio Schembri, ha annunciato ricorso in Cassazione contro il provvedimento dei giudici della città lombarda.

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Richiesta negata



I giudici della Corte d'assise di Como hanno respinto la richiesta della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi di poter accedere al server (a disposizione della Procura ndr) presso il quale sono custodite le intercettazioni dell'inchiesta sulla strage di Erba in quanto «consentire l'accesso al server a dei privati comporta delle evidenti controindicazioni sul piano della tutela della segretezza delle indagini passate e presenti - si legge nell'ordinanza -, nonché della riservatezza dei soggetti coinvolti». «Nel caso in esame - aggiungono i giudici - se la difesa ha dei dubbi della genuinità delle copie fornite dalla società Waylong (che elaborò le copie ndr) ben può richiedere alla Procura nuove copie dei files originali il cui rilascio si autorizza fin da ora».

Nelle loro memorie, i difensori lamentavano la mancanza della registrazione di colloqui investigativi tra i carabinieri e il sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio e di conversazioni all'interno dell'abitazione dei coniugi Romano, ritenendone «innegabile l'importanza» per una richiesta di revisione del processo.

 
 


 

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