Fedayn, gli ultras della Stella Rossa bruciano lo striscione rubato ai tifosi della Roma. «Avete scelto la compagnia sbagliata»

Allarme per la partita di domani col Verona Possibili scontri tra giallorossi all’Olimpico

Lo sfregio dello striscione innesca la guerra tra ultrà, bruciato dai serbi il simbolo dei Fedayn: timori per Roma-Verona
Lo sfregio dello striscione innesca la guerra tra ultrà, bruciato dai serbi il simbolo dei Fedayn: ​timori per Roma-Verona
Sabato 18 Febbraio 2023, 18:17 - Ultimo agg. 22:57
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Rubato, esposto capovolto in un’altra curva e bruciato. È questa la fine della “pezza” (lo striscione) del gruppo ultrà romanista dei Fedayn. I tifosi della Stella Rossa lo hanno mostrato ieri pomeriggio presso lo stadio Rajko Mitić di Belgrado, durante la partita contro il Cukaricki. Poco distante lo striscione con la scritta in serbo «avete scelto la compagnia sbagliata», in riferimento al gemellaggio con i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria.

Un gesto simbolico, considerato molto importante nel codice calcistico, che potrebbe costare lo scioglimento del gruppo ultrà. E non solo, perché intorno allo striscione rubato e poi distrutto, si è agitata una guerra interna alla stessa tifoseria giallorossa, dalla quale c’è il rischio che si scateni una vera e propria guerriglia durante la partita di oggi con il Verona. Dopo “l’oltraggio” dei serbi, infatti, i Fedayn hanno chiesto agli altri gruppi di ultrà di manifestare solidarietà durante la partita che si è svolta giovedì scorso a Salisburgo: «Non esibite i vostri striscioni, oppure esibiteli girati o rovesciati», è il messaggio inviato ai compagni di tifo. Ma la richiesta è caduta nel vuoto, totalmente ignorata, e questo ha reso ancora più deboli i Fedayn.

Così oggi, la digos e le forze dell’ordine in generale, sono in allarme perché temono le rappresaglie interne. Una guerra tra tifosi dello stesso colore. Ed è per questo che non è escluso un innalzamento dei controlli ai tornelli, soprattutto prima e dopo la partita nelle zone adiacenti all’Olimpico.

IL SIMBOLO

La “pezza” ha un significato di appartenenza, una sorta di oggetto “sacro” da difendere dagli attacchi nemici. Averla rubata e bruciata è un fatto inedito a danno di un gruppo della Curva Sud. Se a questo si aggiunge la mancanza di solidarietà tra ultrà, il rischio che la tensione aumenti è molto concreto. Non è, comunque, chiaro se il gruppo del Quadraro si presenterà allo stadio e in che modo. La storia ha inizio a Roma la notte di sabato 4 febbraio al termine della partita con l’Empoli. Un gruppo formato da una cinquantina di persone ha sorpreso con un agguato i giallorossi.

Erano gli ultrà della Stella Rossa che si trovavano in Italia per assistere a Milano alla partita di basket tra Olimpia Milano e Stella Rossa Belgrado. Con i volti coperti, guanti in lattice, mazze e manganelli spagnoli sono sbucati dalle siepi di piazza Mancini, luogo di ritrovo dei Fedayn, e hanno messo a segno l’agguato rubando le sacche che contenevano stendardi e striscioni del gruppo. Il raid ha mandato all’ospedale due persone di 47 e 31 anni. Sulla vicenda sta ancora indagando la polizia, ma la notte stessa è partita una vera e propria caccia all’uomo per cercare il bottino sottratto. Alcuni ultrà si sono presentati anche all’aeroporto di Fiumicino, altri in quello di Milano per individuare i colpevoli e fermarli prima che si imbarcassero.

 

Il sospetto è che abbiano contribuito al furto gli ultrà del Napoli perché gemellati da diversi anni con quelli della Stella Rossa. Per alcuni, infatti, si tratterebbe di un atto di vendetta dopo gli scontri sull’autostrada A1 dello scorso 8 gennaio quando all’altezza dell’area di servizio di Badia al Pino (Arezzo) i romanisti hanno tenuto testa a un gruppo di circa 150 ultrà partenopei. Gli unici a rivendicare l’atto, però, sono stati i serbi mentre diverse tifoserie organizzate italiane ed europee hanno solidarizzato con i giallorossi. 

DATA ALLE FIAMME

Ieri, poi, l’epilogo: la “pezza” con la scritta Fedayn è stata bruciata con delle torce da stadio, calpestata e ridotta in cenere. Un gesto che potrebbe segnare la fine di uno dei gruppi storici della Curva Sud e che il 12 marzo avrebbe compiuto 51 anni. Sugli spalti del Rajko Mitić erano esposte anche bandiere senza asta e capovolte appartenenti al gruppo, come quella con la scritta “Barilla”, un’altra che ricorda i 50 anni del gruppo, una con la scritta 1972 (l’anno di fondazione), una con la lupa capitolina e alcuni stendardi. Mancavano lo striscione “Brigata Roberto Rulli”, esposto in tutte le partite casalinghe sotto il maxischermo in Curva Sud in onore al capo storico e fondatore del gruppo deceduto a 32 anni, e la bandiera che lo raffigura. Entrambi per rispetto non sarebbero stati bruciati. Gli altri, invece, sono veri e proprio trofei di guerra distrutti, un gesto che nel linguaggio ultrà potrebbe segnare un punto di non ritorno.
 

Video

Il filmato

Nel filmato, che ha fatto il giro di varie chat e gruppi whatsapp, le immagini mostrano la fuga dei supporter serbi, con i romanisti che si compattano cercando di rintracciare gli aggressori e recuperare la refurtiva tra i viali con le auto parcheggiate: «Daje, ammazziamoli» e «Ma chi c... sono?», si sente urlare. L'attacco non ha lasciato indifferente il mondo ultras giallorosso: lo storico gruppo dei Fedayn, fondato oltre 50 anni fa, è stato uno dei primi ad aver assunto il ruolo di leader nella Curva Sud dell'Olimpico.

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