Roma, Riccardo 22enne eroe seriale: dopo il suicida, salva un anziano dal rogo

Riccardo Zaccaro
Riccardo Zaccaro
di Marco De Risi e Camilla Mozzetti
Lunedì 6 Maggio 2019, 00:00 - Ultimo agg. 17:38
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«Riccà sei un eroe, io al posto tuo vedendo le fiamme, sarei fuggito». Un vicino di casa glielo ripete sull’uscio del portone in via Alfredo Fusco, alla Balduina, quartiere a nord di Roma. E lui, Riccardo Zaccaro, 22 anni da compiere a settembre, risponde con un sorriso: «Ma no, non mi dire così». Arrossisce un po’, si passa la mano tra i capelli e abbassa lo sguardo, come dovesse difendersi da un elogio inatteso e difficile da gestire per quella sincera timidezza che lo accompagna con molta probabilità fin da quando è bambino. 

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Nulla di regalato in fondo. Perché Riccardo, nei suoi jeans e scarpe da tennis sporcate un po’ dal fumo, è davvero un piccolo grande eroe che in una domenica di maggio ha evitato che si consumasse una tragedia. Ieri pomeriggio ha salvato un anziano, Silvano E., e la sua compagna Mimma F., da un incendio divampato per cause ancora da chiarire nel loro appartamento al primo piano di una palazzina signorile. Solo grazie a Riccardo, che per primo è intervenuto sfidando le fiamme e lasciando poi spazio agli agenti di polizia del commissariato Montemario, a quelli del reparto Volanti e ai vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente sul posto, ha impedito che quell’uomo – ricoverato ora in gravi condizioni al policlinico Agostino Gemelli – morisse. 
 


IL RACCONTO
Bisogna fissare le lancette dell’orologio alle 11.40 di ieri per raccontare una storia di coraggio e di speranza per la quale c’è già chi chiede che al giovane venga conferita una medaglia al valore civile. «Stavo ancora dormendo – racconta Riccardo – quando il fumo mi ha svegliato, preoccupato ho iniziato a verificare che in casa non fosse andato a fuoco nulla». Figlio unico, il giovane è da solo nell’appartamento al terzo piano perché i suoi genitori sono lontani da Roma per il weekend. «In casa era tutto in ordine – prosegue – per questo ho aperto la porta d’ingresso e ho capito che l’incendio era o al primo o al secondo piano». Il fumo si era propagato in un istante per le scale mentre la signora Mimma gridava e chiedeva aiuto. A quel punto Riccardo decide di scendere con il pigiama ancora addosso. Si trova la donna sull’uscio che non vuole scappare: il suo compagno, da tempo malato e impossibilitato a muoversi agevolmente da solo, è rimasto dentro la camera mentre le fiamme avevano avvolto già tutto l’ingresso. «Non si vedeva quasi nulla – continua il ragazzo – lo chiamavano ma non rispondeva, a quel punto ho deciso di entrare e l’ho trovato in terra nella sua stanza, con alcune fiamme tra i capelli ma sentivo un forte sibilo come una bombola a pressione che sta per esplodere e quindi ho cercato di uscire il prima possibile». 
 
 


LA BOMBOLA DI OSSIGENO
Riccardo, tirandosi sul volto il collo della maglietta, afferra per le braccia l’anziano e lo tira fuori mentre sul posto, allertati da altri condomini, arrivano i vigili del fuoco e la polizia. Quando il giovane e l’uomo, caricato di peso, stanno scendendo le scale nell’appartamento esplode la bombola di ossigeno che l’anziano aveva in casa per quella terribile malattia che lo affligge da tempo. «Per un attimo questo ragazzo – aggiungerà poi la figlia della signora tratta in salvo – ha evitato il peggio, non so come poterlo ringraziare, senza di lui ora ci troveremmo a raccontare un’altra storia». Qui risiede tutto il suo coraggio. «Ma non dite che sono un eroe, ho fatto solo quello che dovevo, quei due signori erano in difficoltà, non sarei mai potuto scendere e lasciarli lì con quella bombola di ossigeno che stava per esplodere». Anche i poliziotti lo ringrazieranno e ne elogeranno il gesto. «Un ragazzo esile che ha sfidato a mani nude un incendio, merita un riconoscimento per il coraggio che ha dimostrato», commenterà poi uno di loro mentre nell’appartamento proseguiranno nei prossimi giorni i rilievi per capire cosa ha fatto divampare le fiamme. «Può esser bastata anche solo l’accensione della luce in una stanza piccola – spiega un poliziotto – dove l’ossigeno della bombola si era propagato». «Ciò che mi ha impressionato – ricorda ancora il giovane – è stata la figura di Cristo attaccata a una parete che non si è per nulla bruciata». Studente di Disegno industriale alla facoltà di Architettura dell’università Sapienza, Riccardo è un piccolo angelo custode perché meno di due anni fa ha salvato un’altra vita, quella di un uomo che da un cavalcavia sulla A1 ha provato a lanciarsi nel vuoto. «Lo presi per un braccio – conclude il ragazzo – anche allora dissero che ero stato un eroe ma all’epoca come oggi mi chiesi soltanto: come puoi non aiutare qualcuno che è in difficoltà?».
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