Roma, stuprata a 17 anni alla festa di Capodanno: «La trappola di quattro amici»

stuprata capodanno roma cosa e successo news ultime notizie 2 febbraio 2021
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di Giuseppe Scarpa
Lunedì 1 Febbraio 2021, 23:06 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 22:48
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È la notte di Capodanno. Un party tra giovanissimi nella periferia a nord della Capitale. Questo il contesto in cui una 17enne viene violentata da quelli che pensava essere suoi amici. In tutto sono presenti una ventina di ragazzi. La festa è illegale per via dei divieti anti Covid-19. L’alcol scorre a fiumi. La studentessa minorenne si ritrova da sola in una stanza con tre, forse quattro persone appena maggiorenni. La vittima, a questo punto, ricorda poco. Anche lei ha bevuto, era la prima volta. L’indomani mattina si rende conto di aver subìto un abuso da più di un ragazzo.  

Adesso la procura di Roma ha aperto un fascicolo per violenza sessuale. Nel mirino degli inquirenti ci sono quattro giovanissimi. Nel frattempo i carabinieri della compagnia La Storta stanno ricostruendo ogni momento della serata. Ascoltano a sommarie informazioni i vari ragazzi. Incrociano le dichiarazioni. La vicenda, infatti, è intricata. Troppi i vuoti di memoria dei presenti di fronte agli investigatori. 

Per giorni la comitiva di giovanissimi si è data da fare per organizzare un veglione per la notte di San Silvestro.

Hanno comprato anche gli alcolici. Per molti di loro è la prima volta che festeggiano con gli amici il Capodanno. La maggior parte l’aveva trascorso sempre con i parenti. Sono euforici. Il fatto che il party sia clandestino lo rende, ai loro occhi, ancora più affascinante. I divieti indicati nei dpcm sono tassativi, niente assembramenti e il rientro è fissato per le 22.00. Nessuna deroga, nemmeno per salutare il nuovo anno. 

Nonostante ciò, la maggior parte dei ragazzi, ottiene l’autorizzazione dai rispettivi genitori, ai quali il veglione è descritto più come un pigiama party che come un festino in piena regola. E così gran parte dei 20 rimarrà a dormire nell’appartamento messo a disposizione dalla famiglia di uno dei giovani. Perciò il 31 gennaio si riuniscono in una casa nella periferia a nord della Capitale, oltre il grande raccordo anulare. 

L’età dei presenti oscilla dai 17 ai 20 anni. Bevono un po’ di tutto, vino, birra qualche cocktail improvvisato. Anche la studentessa minorenne alza il gomito. Diventa vulnerabile. Non è più lucida, la memoria si offusca, il ricordo di ciò che accade diviene confuso. Sfumato. I dettagli scivolano via. Rimangono nella sua mente solo alcuni flash. Frammenti di una serata iniziata divertendosi e terminata nel peggiore dei modi, con una violenza.

Si sarebbe ritrovata in una stanza in compagnia di quattro persone, non c’è nessuna amica con lei. Solo l’indomani mattina si rende conto di aver subito degli abusi sessuali. La ragazza rientra subito a casa. All’inizio non dice niente ai genitori. Ma la madre intuisce che qualche cosa non va nel suo comportamento. Le domande, perciò, diventano incessanti e la 17enne risponde piccata. A un certo punto non regge più. Scioccata e umiliata per quello che le è accaduto, scoppia a piangere e racconta l’epilogo traumatico della serata. I passaggi vuoti affollano la versione fornita dalla giovane. La 17enne ammette di aver bevuto troppo.

I genitori, a questo punto, non ci pensano troppo. Decidono che è necessario presentare una denuncia. La segnalazione alle forze dell’ordine viene fatta alla stazione dei carabinieri Roma La Storta. 

I militari dell’Arma avviano un’indagine meticolosa. Raccolgono tutte le testimonianze dei presenti. Adesso il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Stefania Stefania, l’accusa è violenza sessuale aggravata. Presto potrebbero scattare le iscrizioni nel registro degli indagati. Nel mirino del pm ci sono quei quattro giovanissimi, appena maggiorenni, indicati dalla vittima. 

giuseppe.scarpa@ilmessaggero.it

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