Stupro di Rimini, carcere per i tre minori. Non potranno comunicare tra loro

Stupro di Rimini, carcere per i tre minori. Non potranno comunicare tra loro
Martedì 5 Settembre 2017, 17:00 - Ultimo agg. 20:23
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Custodia cautelare in carcere per tutti e tre gli indagati, tenuti in modo che sia impossibile comunicare tra di loro. È questa la decisione del Gip del tribunale per i minorenni di Bologna Anna Filocamo, che ha sciolto la riserva sui i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16, accusati in concorso col maggiorenne Guerlin Butungu dei due stupri della notte tra il 25 e il 26 agosto, a Miramare di Rimini.

Dagli interrogatori del Gip del tribunale per i minori di Bologna dei tre giovanissimi indagati per i due stupri di Rimini sarebbero emersi dettagli raccapriccianti su come il gruppo ha agito. Le violenze sessuali nei confronti delle due vittime, la turista polacca e la prostituta transessuale peruviana, sono state brutali e ripetute. E da parte dei responsabili non sembrano esserci segni di ravvedimento, secondo quanto trapela da fonti giudiziarie. Uno dei tre avrebbe riferito, tra l'altro, di aver pregato Dio per non essere scoperto.

La ragazza polacca sarebbe stata immobilizzata dai complici del congolese mentre quest'ultimo abusava di lei, portata in mare e poi di nuovo sulla battigia dove sarebbero continuati gli abusi. Il suo compagno è stato pestato a sangue. Ancora più violento sarebbe stato lo stupro della trans peruviana. Tutto questo emergerebbe dalle risposte dei giovani, che avrebbero confermato in buona parte i racconti delle vittime.

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