Stupro di Villa Borghese a Roma, il Dna conferma: è Christi Popa lo stupratore seriale

Stupro di Villa Borghese a Roma, il Dna conferma: è Christi Popa lo stupratore seriale
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
Venerdì 13 Ottobre 2017, 12:56 - Ultimo agg. 14 Ottobre, 08:57
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Cristi Popa è lo stupratore di Villa Borghese. La prova del dna inchioda l'uomo fermato sabato il 6 ottobre per rapina e violenza sessuale ai danni di alcune prostitute in via Salaria. Il 25enne rumeno è dunque l'aggressore che a settembre ha stuprato e legato una clochard tedesca di 57 anni all'interno del parco nel cuore di Roma. Ora si è in attesa che la procura proceda nei suoi confronti.

Cristi Popa ha violentano almeno tre schiave del sesso in via Salaria, una delle principali consolari di accesso alla Capitale. Quel modo di firmare le violenze legando e immobilizzando le vittime aveva spinto subito gli investigatori della IV sezione della Squadra mobile di Roma a credere che il giovane fosse responsabile di altre aggressioni, rimaste finora senza un colpevole. 

La clochard tedesca violentata a Villa Borghese fu soccorsa da un tassista che la trovò mentre vagava, in stato confusionale, nel parco seminuda e con i polsi legati dai lacci delle scarpe. Anche le ultime donne violentate sulla via Salaria erano state legate con dei lacci di scarpe. In un primo momento, per lo stupro di Villa Borghese, si era ipotizzato che ad aggredire la clochard fosse stato un cittadino polacco, anche lui senza fissa dimora, che dormiva in una zona del parco a ridosso del Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Gli accertamenti e le indagini però compiute dagli inquirenti hanno portato presto a scartare quell'ipotesi.

Christi Popa, nato in Romania nel 1992, è stato fermato in una fabbrica abbandonata di Monterotondo, una piccola cittadina alle porte di Roma nord, dove da tempo risiedeva. Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati i cellulari rapinati alle donne durante le violente aggressioni compiute sulla Salaria. Il giovane si trova agli arresti nel carcere di Regina Coeli.

Il dna dell'uomo è stato confrontato con quello rinvenuto negli indumenti (un paio di slip) della clochard tedesca che purtroppo non è mai riuscita a fornire un identikit puntuale dell'aggressore diversamente dalle schiave del sesso di via Salaria che non hanno avuto dubbi di fronte alla foto segnaletica mostrata della Mobile. La senzatetto, invece, che è stata ricoverata per alcuni giorni all'ospedale Santo Spirito e che ha ricevuto assistenza da una casa famiglia di Roma Capitale, ha sempre dichiarato di non ricordare il volto di chi l'aveva violentata. «Ricordo la sua voce disse più volte la donna che era quella di un ragazzo giovane, parlava anche un po' l'italiano». Null'altro.

Del resto, a Villa Borghese la donna fu aggredita intorno alla mezzanotte in una parte del parco poco illuminata e circondata dai cespugli dove spesso trovano riparo diversi clochard. Stava preparandosi il giaciglio per mettersi a dormire quando un uomo le si è avvicinato con la scusa di bere iniziando poi a picchiarla fino ad abusare di lei. Lasciandola stordita con i polsi legati da un paio di lacci usurati.

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