Subaffittava in nero a 7 inquilini richiedenti asilo, il sindaco: «La città non è una casba»

Il condominio del subaffitto
Il condominio del subaffitto
di C.A.
Sabato 21 Agosto 2021, 14:26 - Ultimo agg. 14:32
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UDINE - Sicurezza e immigrazione sono tornati ad essere temi caldi in città. Ieri, infatti, è emerso che un cittadino pakistano è stato denunciato per subaffitto abusivo a sette richiedenti asilo. Ad annunciarlo è stato lo stesso sindaco Pietro Fontanini, che ha tuonato: «Udine non è una casba. Pensano di prenderci per sfinimento, ma non sarà così».

IL COMUNE
Ha spiegato che una denuncia amministrativa, trasmessa alla Prefettura, alla Questura, al primo cittadino e, per conoscenza, alla Procura è stata elevata dal comando provinciale dei carabinieri a carico di un pakistano affittuario di un appartamento di 130 metri quadrati (di proprietà di un privato) in via Pozzuolo, per aver omesso di comunicare l'ospitalità di sette uomini stranieri (afghani e pakistani) all'autorità di pubblica sicurezza.

«GRAZIE ALL'ARMA»
«Questa promiscuità abitativa sta diventando un'usanza troppo diffusa cui io non intendo abituarmi ha commentato Fontanini - Questi soggetti confidano nell'assuefazione e nella speranza di prenderci per sfinimento. Non sarà così. Non riveliamo le generalità dei soggetti, che ci sono state comunicate, ma procederemo con tutte le azioni possibili. Udine non è una casba: questo dettaglio forse non è chiaro ancora a tutti. Ringrazio le forze dell'ordine, nel caso specifico i carabinieri, per questi controlli e per questi interventi. I subaffitti irregolari sono una prassi diffusa che deve essere bloccata. Riempire gli appartamenti di stranieri, spesso irregolari, significa accendere la scintilla che fa divampare la criminalità.

Sono grato alle forze dell'ordine e ribadisco che solo lavorando assieme possiamo riportare la legalità in un contesto a lungo abbandonato al lassismo e all'anarchia. La sanzione amministrativa ammonta a poche centinaia di euro - ha concluso il sindaco - ma è un segnale chiaro: attendiamo di capire se ci saranno anche altre implicazioni di carattere penale».

L'IMPEGNO PRESO
Fontanini ha sempre puntato sul tema della sicurezza, fin dalla campagna elettorale, e quello di implementare i controlli nelle abitazioni era uno strumento che aveva invocato subito dopo la vittoria, sia quando aveva spiegato di voler riportare la Polizia locale sotto il controllo di Palazzo D'Aronco (ai tempi era dell'Uti) per avere più agenti a presidio del territorio anche al fine di un maggior controllo sulle residenze, sia quando, dopo un incontro con il Prefetto di allora, era emersa la volontà, assieme alle forze dell'ordine, di potenziare gli accertamenti negli appartamenti per verificare i contratti e che il numero di occupanti fosse quello previsto.

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