La decisione non è ancora nero su bianco. Ma tra oggi e domani, quando Mario Draghi e i ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Regioni) incontreranno i presidenti regionali, il governo accoglierà la loro richiesta di introdurre il Super Green pass. Orientamento che poi dovrà essere discusso mercoledì dalla cabina di regia politica e ratificato giovedì dal Consiglio dei ministri: con l’Italia che torna ai colori e il Friuli e Bolzano tra 7 giorni quasi sicuramente in giallo, si accelera insomma. E le restrizioni varranno solo per i No vax.
È scontro invece sull’ipotesi, caldeggiata dal responsabile della Funzione pubblica Renato Brunetta e da Speranza, di estendere l’uso del lasciapassare verde a bus e metro. Il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, frena. E i sindacati sono contrari. La ragione: i controlli sarebbero impossibili.
Il pressing delle Regioni a favore del Super Green pass è fortissimo. «Il governo deve decidere al più presto possibile», dice il presidente Max Fedriga, «bisogna dare certezze alle imprese, bisogna impedire il flop a Natale.
Traduzione: le Regioni, e il governo è ormai d’accordo, chiedono che ai No vax in caso di passaggio in zona arancione o rossa sia permesso soltanto di andare a lavorare, viaggiare su treni e aerei e di accedere ai servizi essenziali come farmacie e negozi di generi alimentari. Soprattutto, i governatori vogliono scongiurare la chiusura, nel caso scattassero le zone arancioni o rosse, di bar e ristoranti, cinema e teatri, stadi e sale da concerto, parchi tematici e impianti da sci, palestre e piscine, centri commerciali e discoteche, mercatini di Natale e fiere. Tutti questi settori, nel piano delle Regioni che il governo sta per ratificare, resterebbero aperti. Ma vi potrebbero accedere solo chi avrà il Super Green pass: vaccinati e guariti dal Covid.
C’è però ancora un punto da chiarire. Alcuni ministri (e anche alcuni governatori) spingono perché il Super lasciapassare verde scatti già con il giallo, ma in questa fascia le restrizioni sono poche: l’obbligo della mascherina all’aperto e le limitazioni alla capienza di ristoranti, stadi, cinema, teatri. «E avrebbe poco senso», dice una fonte di governo, «esacerbare lo scontro con i No vax in presenza di restrizioni così blande. Il Super Green pass deve valere piuttosto per evitare le chiusure delle attività economiche e ricreative, dunque in zona arancione o rossa». Si vedrà.
Ancora da decidere è anche se accompagnare l’introduzione del Super Green pass a una riduzione della validità dei tamponi. L’ipotesi allo studio: la durata dei test molecolari potrebbe passare da 72 a 48 ore e quella degli antigenici rapidi da 48 a 24 ore. Questi ultimi, come chiedono molti scienziati, potrebbero anche essere bocciati in quando darebbero una percentuale del 30% di falsi negativi.
Speranza e Brunetta, per aumentare il livello di sicurezza e spingere la campagna vaccinale, vorrebbero che il Green pass (quello ottenuto pure con i tamponi) valesse anche su bus e metro. Ma il ministro dei Trasporti Giovannini frena e i sindacati protestano. Il motivo: i controlli sarebbero pressoché impossibili. «I tempi verrebbero ampliati in modo enorme, ma soprattutto mancano gli strumenti: gli autisti non possono controllare e bisognerebbe assumere personale ad hoc», sostiene il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Eugenio Stanziale. Ma più fonti di governo sostengono che i controlli «sui bus potrebbero essere fatti a campione da chi è già chiamato a verificare il possesso dei biglietti e all’ingresso delle stazioni della metro dove si trovano i tornelli».