Talebani e «politici», l’arcipelago di sigle contro vaccini e pass

Talebani e «politici», l’arcipelago di sigle contro vaccini e pass
di Valentino Di Giacomo
Martedì 16 Novembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 12:29
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«La democrazia e la salute degli italiani sono in pericolo. Draghi ha ricevuto il mandato di vaccinare gli italiani e di completare l’attivazione della tecnologia 5G. Intrecci finanziari, geopolitici e massonici hanno deciso che in Italia il siringone con lo pseudo vaccino deve essere inoculato a tutti e, come se non bastasse, ogni corpo ed ogni luogo devono essere raggiunti dalle millimetriche frequenze elettromagnetiche del 5G». È uno dei passaggi contenuti nei manifesti no vax che è possibile trovare sul web e sui gruppi Telegram che tentano di fare proseliti per contrastare la campagna vaccinale. Dentro c’è di tutto: tesi anti-scientifiche come quella del fantomatico microchip nel vaccino e la connessione con la rete 5G, ma soprattutto un calderone che mette dentro tanti paroloni come «lo scontro tra popolo ed élite», «ambientalismo elettromagnetico» e così via. Anche per questo il popolo no vax - divenuto una vera e propria galassia grazie alla tanto vituperata (da loro) tecnologia - è riuscito a catalizzare al proprio interno più mondi spesso distanti. Una parte di vegetariani/vegani e i no 5G, gli anarchici e l’estrema destra, gli ambientalisti e gli antispecisti. Gruppi eterogenei che già esistevano, ma che per una reazione uguale e contraria all’emergenza pandemica è stato possibile unire attraverso dei sottilissimi fili rossi e un’unica propaganda e teorie complottiste.

Ciò che sta avvenendo nelle piazze italiane con le proteste anti-Green pass e no vax è dovuto proprio al vantaggio di alcuni gruppi di essere già dotati di una piattaforma programmatica e di una certa esperienza nella protesta anche violenta. A registrarlo è stata anche l’ultima relazione del Comparto intelligence al Parlamento descrivendo le spinte anarco-insurrezionaliste. Basti pensare ai movimenti contro il 5G già abituati alla propaganda sul web per poi passare ad azioni violente come accaduto in alcune città italiane con atti vandalici e incendi alle antenne e ripetitori delle telecomunicazioni. I no 5G sono ad esempio convinti che le onde elettromagnetiche propagate dalle antenne abbassino le difese immunitarie nel corpo umano e anche per questo motivo si è diffuso il Covid-19 oppure che «l’inquinamento elettromagnetico danneggia il Dna». Al di là di queste tesi anti-scientifiche è però da tempo che viene segnalata, anche dagli 007, una «accentuata trasversalità dei temi, tutti correlati in maniera strumentale alla pandemia con la crescita esponenziale nella divulgazione online di proclami antisistema, propositi violenti e teorie cospirative». I grimaldelli utilizzati per rendere trasversale il movimento no vax o no Green pass è fare leva da un lato su argomenti di natura politica e dall’altro su una sorta di ambientalismo in chiave anti-capitalista. Estrema destra, estrema sinistra e anarchici possono ritrovarsi nella stessa piazza costruendo la narrazione del «sistema» che tace o nasconde fatti e notizie per controllare un fantomatico potere. L’obbligo del Green pass - ad esempio - è avversato tanto dai gruppi di estrema sinistra come i Sì Cobas (hanno sfilato anche a Napoli lo scorso sabato) quanto i gruppi di estrema destra come Forza Nuova.

Fenomeni non dissimili a quanto si è già visto in passato con i movimenti dei “Forconi” o dei “No Tav” e “No Tap”.

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Nella schiera di chi si oppone al vaccino è stato semplice far convergere anche alcuni gruppi di vegani, vegetariani e antispecisti (coloro che si oppongono alla teoria secondo cui la specie umana sarebbe superiore alle altre specie animali). Da un lato c’è una legittima ragione di coscienza: ad esempio quella che per sperimentare i vaccini è stato necessario utilizzare anche cavie animali. Si tratta di una ristretta schiera all’interno di quell’ampia fetta di popolazione - in Italia sono il 10% - che non mangiano prodotti di derivazione animale. Non a caso nei gruppi vegani si sono alimentati anche degli scontri al proprio interno negli ultimi mesi. Anche qui sul web sono diffusi proclami e liste di proscrizione: «Chi afferma che ci si deve vaccinare perché non c’è in questo frangente altra soluzione - è scritto su un volantino online - ha abbandonato definitivamente il solco tracciato originariamente da Donald Watson, il fondatore del veganesimo».

I movimenti no vax non sono nati con il Covid-19, ma esistono da tempo in Italia. Ci sono associazioni come Comilva (Associazione Onlus per la libertà vaccinale) che conta sedi quasi in tutta Italia. I gruppi più attivi sono - come si è visto con le proteste di piazza - nel Nordest. Non a caso il Veneto ha una sua specifica associazione denominata Corvelva che propugna le stesse tesi. Molto attivi i gruppi anche nel Lazio, in Emilia Romagna e in Lombardia. Questo genere di organizzazioni sono invece meno frequentate al Sud dove invece per far partire delle proteste organizzate è necessario legarle sempre a temi di natura politica o economica altrimenti nascono e muoiono generalmente nella propaganda web. Non un caso se i sondaggi indicano nel Nordest la maggioranza di no vax, il 18%, rispetto al 12% della media nazionale. 

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