Microcellulari come supposte per violare la sicurezza del carcere e gestire lo spaccio: 8 arresti. I carabinieri: «Ecco come li abbiamo scoperti»

Uno dei piccoli cellulari sequestrati dai carabinieri
Uno dei piccoli cellulari sequestrati dai carabinieri
Venerdì 18 Dicembre 2020, 07:34 - Ultimo agg. 18:52
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Gestivano lo spaccio di droga in città dal carcere. Grazie ai microcellulari che riuscivano ad entrare nelle celle. A fare luce sul caso i carabinieri di Taranto che questa mattina hanno eseguendo 8 provvedimenti cautelari, cinque in carcere e tre ai domiciliari, a carico di altrettante persone, una delle quali è minorenne. I provvedimenti sono stati spiccati dal gip  a conclusione delle indagini dirette dalla Procura di Taranto.

Nell'inchiesta, che vede indagate complessivamente 63 persone, sono contestati, a vario titolo, i reati di spaccio di sostanze stupefacente e ricettazione di microtelefoni cellulari,  con l’aggravante di aver commesso il fatto all’interno del carcere. Durante le indagini è stato documentato un perdurante e sistematico utilizzo illecito di microtelefoni all’interno del penitenziario jonico, attraverso i quali diversi detenuti continuavano a gestire le attività di spaccio all’esterno, approvvigionandosi anche dello stupefacente da spacciare all’interno del carcere che gli veniva consegnato dai familiari durante i colloqui settimanali.

Durante le indagini, condotte con la collaborazione della Polizia penitenziaria del carcere Largo Magli di Taranto, si è anche accertato che i telefonini venivano introdotti nella casa circondariale anche con modalità piuttosto cruente. «Con l’ausilio di personale medico e l’utilizzo di strumenti diagnostici - hanno spiegato i carabinieri - si è accertato l’occultamento di micro telefoni all’interno del canale rettale di alcuni detenuti».

Nel dettaglio i carabinieri hanno arrestato e condotto in carcere Angelo Fago, quarantenne di Taranto, Antonio Fago, 38enne di Taranto, Garbita Scarnera, 31enne di Taranto, Mirko De Pasquale, trentenne di Taranto, e Salvatore Cerfeda, trentenne di Taranto.

Ai domiciliari, invece, sono Morabito Giosuè Lacarbonara, 19enne tarantino, e Davide Nuccio, 22enne di Taranto. Un indagato minorenne è stato trasferito in una comunità.

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