Roma, Tari rimborsata a Settebagni per i troppi rifiuti in strada: i cittadini vincono il ricorso

La Corte di giustizia tributaria dà torto al Comune: va restituito l’80% della tariffa

Roma, troppi rifiuti per strada: i cittadini vincono il ricorso. «La Tari andrà rimborsata»
Roma, troppi rifiuti per strada: i cittadini vincono il ricorso. «La Tari andrà rimborsata»
di Laura Bogliolo
Martedì 3 Gennaio 2023, 00:02 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 09:01
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L’immondizia continua a straripare, l’Ama deve ancora “smaltire” i sacchetti delle feste natalizie. Intanto però, almeno dal punto di vista legale, si è fatta pulizia. Siamo a Roma Nord, nel quartiere di periferia di Settebagni dove un gruppo di indomiti residenti ha creduto fino alla fine di poter ottenere giustizia davanti a quei cumuli di rifiuti non raccolti, che nel tempo hanno attratto cinghiali e creato anche problemi di igiene. La loro battaglia è iniziata quasi cinque anni fa e ora è arrivata la vittoria. Definitiva. Il Comune rimborserà l’80 per cento della Tari pagata da una quarantina di residenti a Settebagni nel biennio 2017-2018. Enormi ritardi nella raccolta dei rifiuti quando ancora nel quartiere c’era “il porta a porta” hanno portato a una sentenza rivoluzionaria che vede il Comune costretto a pagare oltre 20 mila euro.

Nel febbraio del 2020 la Commissione Tributaria di Roma aveva già accordato un rimborso del 20 per cento confutando la memoria difensiva elaborata dal Comune.

Il Campidoglio presentò un ricorso che ora è stato rigettato dalla Corte di Giustizia Tributaria di II grado del Lazio con sentenza n. 5913/2022 sezione 1 depositata il 14 dicembre. «Non solo, la Corte ha accolto l’appello incidentale da noi presentato, portando così il rimborso dal 20 all’80 per cento». A chiarire la sentenza è Mauro Costanzo, l’avvocato dell’associazione Don Chisciotte che pro bono ha curato la battaglia legale del comitato di quartiere di Settebagni contro Comune e Ama. «Si tratta di un risultato importantissimo - aggiunge - è un precedente legale che potrà essere utilizzato anche in altri quartieri».

LA BATTAGLIA

La battaglia è iniziata nel 2017, ma alla fine i romani del III Municipio hanno avuto la meglio. Nella prima sentenza del 2020 n. 1990 la Commissione, in pratica, aveva accertato che se le strade del quartiere erano piene di immondizia e i secchioni non venivano svuotati era a causa dell’inefficienza del servizio offerto. Il Comune, invece, nella memoria difensiva presentata aveva addossato la colpa ai cittadini. «Dalle risultanze in possesso di Ama - era scritto - sono gli stessi comportamenti degli utenti a determinare ritardi e disservizi nella raccolta». Si faceva probabilmente riferimento alla mancata differenziazione dei rifiuti. Inoltre, secondo l’impianto difensivo del Campidoglio, un rimborso poteva sussistere solo se fosse stata dichiarata una situazione di emergenza sanitaria dalle Asl o se ci fossero stati scioperi degli operatori tali da bloccare il servizio. «Capisco che il Comune sia costretto ad argomentare - aggiunge Costanzo - ma è chiaro che la situazione dei rifiuti a Roma era ed è disastrosa e i cittadini giustamente hanno diritto al rimborso di un servizio non erogato».

 

Quando arriveranno i soldi? «Si dovrà notificare la sentenza al Comune che ha 120 giorni di tempo per pagare - spiega l’avvocato - e se non lo facesse, il nostro credito potrebbe raddoppiare in pochi giorni». Determinante per la vittoria, fu soprattutto l’utilizzo di un app che come spiegato più volte dai residenti «fotografava i disservizi, archiviando le immagini geolocalizzate in un server certificato Iso, inalterabili quindi». Gli abitanti intanto esultano. «Si tratta di un precedente importante che vale per tutta Roma - dice Francesco Fusar Poli, presidente del comitato di quartiere quando venne organizzato il ricorso - nessuno si aspettava la nostra vittoria contro Comune e Ama: siamo molto soddisfatti anche se nel quartiere i problemi della raccolta permangono». Nel 2021 venne tolto il “porta a porta” in una ventina di strade, ma i disagi sono rimasti gli stessi. «Prima avevamo piccoli contenitori pieni di immondizia - conclude Fusar Poli - ora abbiamo grandi contenitori che strabordano... ».

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