Meglio la "tassa Covid", che comunque non esiste, segnalata con trasparenza sullo scontrino oppure un aumento a sorpresa della prestazione, diciamo un taglio di capelli?
Fatto sta che fioccano sovrapprezzi che colpiscono i clienti. Le segnalazioni non si contano: i consumatori sottolineano rincari e voci di spesa originali applicati dagli esercenti. Si va da 2 a 4 euro, rubricato, nel caso sia indicato nello scontrino come "contributo Covid".
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E' vero che gli esercenti sono tenuti a seguire le linee guida del governo che impongono costosi interventi, a cominciare dalla sanificazione dei locali e degli strumenti lavoro, e che inoltre il sistema obbligatorio delle prenotazioni farà perdere alcuni clienti, ma è anche vero che la Tassa Covid non è prevista e non è accettabile anche quando è dichiarata e applicata, magari al 22 per cento, come se fosse una seconda Iva.
Denunce sono già state inoltrate, seguiranno i controlli di Guardia di Finanza e vigili urbani.
Tassa Covid nei negozi: da 2 a 4 euro in più per ogni prestazione, scattano le denunce
Sabato 23 Maggio 2020, 16:07
- Ultimo agg.
14 Febbraio, 22:38
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