Roma sotto assedio dei tassisti, fumogeni e petardi in Centro. Confermato lo sciopero il 20 e il 21

Roma sotto assedio dei tassisti, fumogeni e petardi in Centro. Confermato lo sciopero il 20 e il 21
Roma sotto assedio dei tassisti, fumogeni e petardi in Centro. Confermato lo sciopero il 20 e il 21
di Flaminia Savelli
Venerdì 15 Luglio 2022, 07:13 - Ultimo agg. 07:19
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Secondo giorno di protesta dei tassisti contro l'esecutivo al centro di Roma, che ha richiamato autisti e rappresentati di cooperative e sindacati di tutta Italia.
E ancora una mattinata da bollino rosso per la Capitale dove si sono riversati centinaia di tassisti in protesta contro il disegno di legge sulla concorrenza. Turisti e romani dunque, senza il servizio di auto bianche e con il centro off limits tra via del Corso e il Pantheon. Con i blindati della polizia e i carabinieri che per sicurezza hanno chiuso l'area tra Palazzo Chigi e Montecitorio. E come è stato inoltre chiuso il tratto di via del Corso attiguo alla sede del governo.
Nel frattempo è stato interrotto il presidio di Piazza Colonna con i cinque rappresentanti sindacali che mercoledì si sono incatenati davanti a Palazzo Chigi. Diciassette sigle sindacali hanno annunciato lo stop al presidio confermando però lo sciopero per il 20 e il 21 luglio.
«Rimarremo vigili sugli sviluppi dell'attività parlamentare, con particolare riferimento al Ddl Concorrenza», scrivono.
Nel frattempo, in serata il servizio taxi è ripreso in tutte le città italiane.

Tassisti, nuova protesta a Roma: bloccata via del Corso davanti a Palazzo Chigi. Slogan contro Uber e governo.

BOMBE CARTA

Alle undici di ieri mattina hanno iniziato a riversarsi in piazza i manifestanti. Con delegazioni arrivate da tutta Italia: ci sono infatti striscioni di Taxi Milano e Tassisti Firenze. Presenti anche rappresentanti da Torino e Napoli. La polizia ha quindi attivato tutte le misure di sicurezza. Schierate le forze dell'ordine in assetto antisommossa. Arrivati gli idranti con gli elicotteri che hanno sorvolato l'intero perimetro. Mentre i tassisti hanno iniziato ad accendere fumogeni, petardi e bombe carta al ritmo di slogan contro l'esecutivo, contro Uber e soprattutto contro il premier all'urlo di «chi non salta Mario Draghi è». Ad accendere la miccia della pretesta - da mercoledì- il disegno di legge sulla concorrenza. Ma oltre a Uber, il disegno di legge è visto anche come una minaccia alle licenze, che i tassisti hanno pagato a caro prezzo e che non vogliono vedere deprezzate da un mercato liberalizzato, che spingerebbe il loro valore al ribasso. Secondo quanto previsto, i tassisti possono infatti decidere a chi cedere la loro licenza segnalando al Comune un nominativo.
Al momento sono circa 40 mila in Italia, e il loro prezzo arriva a toccare i 170 mila euro in città come Roma e Milano.

Con il nuovo disegno di legge che potrebbe rivoluzionare l'intera categoria.

 

LA DELEGAZIONE

La situazione è lentamente tornata alla normalità intorno alle 16 quando la delegazione dei tassisti ha annunciato che «non ci sono gli elementi per votare» le modifiche in commissione.
In serata, la presa d'atto da parte della categoria della sospensione dell'attività parlamentare causata dalle dimissioni del presidente Mario Draghi, respinte dal Quirinale. Il presidio si è sciolto, ma la categoria tiene alta l'attenzione (tanto che ha confermato i due giorni di sciopero). «Noi garantiamo una condizione di pace sociale, c'è accordo con la Questura», hanno spiegato i manifestanti. Con la delegazione dei cinque rappresentanti incatenati a Piazza Colonna lo slogan Incatenati oggi per essere liberi domani.
E c'è chi, comunque, fa notare tutta la difficoltà della categoria. «Questa situazione non è tollerabile. Queste catene sono il nostro impegno per questa battaglia che è la battaglia dei tassisti che vogliono mantenere il lavoro» dice Pietro Marinelli, rappresentante di Ugl Taxi, uno dei cinque sindacalisti che si era incatenato davanti a Palazzo Chigi. «Questa nostra battaglia ci ha permesso di non far ancora votare l'articolo 10 in commissione» commenta Vincenzo Cristofanelli, segretario regionale Lazio Fast-Confsal Taxi. «Ora aspettiamo lo stralcio dell'articolo quando la commissione si riunirà per discutere e vedremo. Non sono ancora del tutto ottimista, sono cauto. Penso che questi ritardi siano positivi: si dovranno contare e vedere se hanno i numeri».

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