Carcere troppo affollato, detenuto risarcito: 11mila euro

Riconosciuta la richiesta di risarcimento

Carcere troppo affollato, detenuto risarcito: 11mila euro
Carcere troppo affollato, detenuto risarcito: 11mila euro
di Teodora Poeta
Martedì 31 Gennaio 2023, 08:50 - Ultimo agg. 09:20
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Il grave sovraffollamento del carcere di Teramo è ormai da anni una delle doglianze più frequentemente sollevate dai sindacati della Polizia penitenziaria, ma a quanto pare lo è anche da parte di detenuti che contestano la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo. L'ultimo caso arriva da un ex detenuto nel carcere di Castrogno che lì, recluso, ha trascorso 1.376 giorni, dal 25 settembre 2017 al primo luglio 2021, al quale i giudici della sezione civile della Cassazione hanno riconosciuto la sua richiesta di risarcimento del danno subito, pari a 11mila euro, a causa delle condizioni di detenzione precarie e non dignitose, dichiarando inammissibile il ricorso del ministero della Giustizia.

Difensore dell'ex detenuto è l'avvocata Tulliola Aloè.

In carcere l'uomo c'era finito perché doveva scontare una serie di definitivi per reati contro il patrimonio. Secondo la Corte Edu «non è sufficiente il divieto negativo di tortura o di trattamento inumano o degradante, dal momento che la persona incarcerata può avere bisogno di una maggiore tutela proprio per la vulnerabilità della sua situazione, e per il fatto di trovarsi totalmente sotto la responsabilità dello Stato». Così come ribadisce il legale, «nel periodo di detenzione il mio cliente ha vissuto in una cella troppo piccola e senza neanche l'acqua calda nel bagno». In precedenza è stato il tribunale aquilano ad aver accertato, come si legge pure nella sentenza della Cassazione, che «lo spazio disponibile per il detenuto era di poco superiore a quello minimo di 3 metri quadrati, tuttavia ha altresì ritenuto, sempre sulla base di un accertamento fatto, che le altre condizioni di detenzione erano precarie e non assolutamente dignitose dal momento che il bagno non aveva acqua calda corrente, ma se ne doveva approvvigionare tramite altro detenuto, le ore d'aria erano limitate e le attività erano scarse».

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