Terremoto, 22mila persone assistite dalla Protezione civile, nuova scossa di magnitudo 4,8 tra Marche e Umbria

Terremoto, 22mila persone assistite dalla Protezione civile, nuova scossa di magnitudo 4,8 tra Marche e Umbria
Martedì 1 Novembre 2016, 09:17 - Ultimo agg. 2 Novembre, 08:37
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Sono oltre 22mila le persone assistite dal Servizio nazionale della Protezione Civile in seguito alle scosse di terremoto che hanno colpito il territorio dell'Italia centrale il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre. Lo riferisce il Dipartimento di Protezione civile.

In particolare, sono quasi 15.400 le persone assistite nell'ambito del proprio comune: di queste, quasi 14mila in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, oltre 1.400 invece in strutture alberghiere o agriturismi sul territorio. Sono, poi, circa 6.700 le persone accolte presso le strutture alberghiere: seimila di queste sono alloggiate lungo la costa adriatica mentre poco meno di settecento sono quelle alloggiate nelle strutture ricettive individuate in Umbria. Infine, circa duecento persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda. Nella regione Marche sono circa 17.500 gli assistiti: circa 11.000 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale, circa 70 in tenda, 900 in strutture ricettive sul territorio e oltre 5.500 negli alberghi della costa.

Nella Regione Umbria sono oltre 3.300 gli assistiti: circa 2.400 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale, circa 80 in tenda, poco meno di 200 in strutture ricettive sul territorio e circa 700 negli alberghi in altre località della regione. Nella Regione Lazio sono poco più di 800 gli assistiti: 170 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale, circa 50 in tenda, poco più di un centinaio in strutture ricettive sul territorio e circa 500 negli alberghi della costa adriatica. Nella Regione Abruzzo, infine, sono oltre 500 gli assistiti, più di 300 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale e i restanti in strutture ricettive in ambito comunale.

LE SCUOLE
«Entro 15 giorni dovremo completare una verifica su tutte le scuole. Nei casi più semplici i sindaci potranno disporre lavori urgenti, se i danni sono maggiori verranno individuate soluzione provvisorie in accordo con l'Ufficio scolastico regionale». L'ha detto Vasco Errani a margine di una riunione a Macerata con Fabrizio Curcio, il presidente Ceriscioli e 40 sindaci. «I Comuni - ha aggiunto - devono operare per aree, individuando soluzione omogenee».

I CONTAINER
«I sindaci si mettano subito al lavoro con i tecnici: per l'assegnazione dei container abbiamo bisogno di schede veritiere, corrispondenti alle esigenze reali dei cittadini, dati precisi», ha continuato Errani.

I SINDACI
Nel giorno in cui il sindaco d'Italia Matteo Renzi torna nei luoghi del terremoto, nei Comuni colpiti a ripetizione i sindaci sono sempre in prima linea nell'emergenza. Impegnati a non far disgregare le comunità sfollate, a chiedere aiuto nelle aree trascurate, a denunciare le lentezze della burocrazia che possono diventare pericolose per i cittadini. Il presidente dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) Antonio Decaro, sindaco di Bari, arriva nelle Marche e visita il grande camping di Porto Sant'Elpidio nel Fermano, con 500 sfollati, hub della Protezione civile per lo smistamento nella regione.

Con lui ci sono i sindaci di Ascoli Piceno e di Senigallia (Ancona). «Questo è il momento dell'esodo, poi verrà il momento della ricostruzione - dice Decaro -. È importante che i sindaci tengano unita anche in un luogo diverso la comunità, che è fatta di case, di scuola, di chiesa, ma la cui anima è lo stare insieme delle persone. E questo il terremoto non se lo porta via». Il presidente degli 8 mila sindaci italiani incontra gli sfollati e un'anziana signora di Pieve Torina, nel Maceratese, dice a lui e ai suoi colleghi: «Che venite siamo contenti, basta che poi fate del tutto per farci avere al più presto per lo meno le strutture più piccole, poi le case vedremo...». Il sindaco di Porto Sant'Elpidio, Nazareno Franchellucci, ricorda che il suo comune da solo ospita oltre mille persone. Il primo cittadino di Ascoli, Guido Castelli, vicepresidente Anci, chiede al premier Renzi di «cambiare l'impostazione dei decreti» sul terremoto, rendendo più veloci ed efficaci le procedure e affidandosi di più alle autonomie locali. Duro il mestiere dei sindaci.

Se quelli dei Comuni dell'epicentro ancora una volta al mattino dopo l'ennesima forte scossa lanciano messaggi accorati, quello di Amandola, piccolo borgo del Fermano, accusa: «Alcuni edifici storici del mio paese potevano essere salvati dal terremoto del 26 e del 30 ottobre se dopo quello del 24 agosto la Sovrintendenza ci avesse dato l'autorizzazione a puntellarli. Ma la burocrazia é troppo lenta, il sisma è stato più veloce».

Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro afferma che se le verifiche sugli edifici andranno ancora a rilento «con una nuovo terremoto rischiamo di contare i crolli. E se arriva di notte anche i morti». In serata il commissario alla ricostruzione Vasco Errani riunisce 40 sindaci del Maceratese: si conta su di loro per le schede per assegnare i container agli sfollati e sui lavori d'urgenza nelle scuole danneggiate Sempre sollecitati, che ci sia da rispondere ai cittadini o ai giornalisti, i sindaci diventano il primo terminale dello Stato in caso di emergenze. «Vi voglio bene, con il mio siamo amici - dice a Decaro la signora Lodonbalda Taccheri, l'anziana di Pieve Torina -. Ma tutto questo tran tran... Mi raccomando, fate qualcosa»



LA GIORNATA
La giornata era iniziata con un'altra forte scossa alle 8.56 nelle Marche e in Umbria. Il sisma, di magnitudo 4.8, a una profondità di 10 km, si è sentito distintamente anche ad Ancona. Sono in corso verifiche della Protezione civile. 

«La scossa di stamani è stata fortissima, il maresciallo dei carabinieri mi dice che ci sono stati altri crolli in paese, e si vede del fumo». Così all'Ansa il sindaco di Ussita (Macerata) Marco Rinaldi. «È un calvario, non finisce mai», aggiunge. «Ieri sera sono sceso a Porto Recanati per incontrare i miei sfollati negli alberghi: la scossa me l'ha raccontata in diretta al telefono un allevatore. Ora cerco di andare su, ma le strade sono un disastro...».

«Una deformazione che si estende per un'area di circa 130 chilometri quadrati ed il cui massimo spostamento è di almeno 70 cm, localizzato nei pressi di Castelluccio». È quanto emerge da una analisi del Cnr-Irea delle immagini radar della costellazione Sentinel-1 sul terremoto del 30 ottobre che ha colpito le province di Macerata e e Perugia. Dopo l'evento del 30 ottobre, alle 7:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati complessivamente oltre 1100 eventi sismici, segnala Ingv.

La terra ha tremato trema anche in provincia di Firenze: alle ore 11.47 la rete sismica dell'Ingv ha rilevato un terremoto di magnitudo 3.1 localizzato nel comune di Castelfiorentino ad una profondità di 8 km. Il sisma è stato avvertito dalla popolazione, dei comuni dell'area dell'Empolese Valdelsa e della Valdipesa. Al momento, non si segnalano danni a persone o cose. Una ulteriore scossa di magnitudo 2.6 è stata registrata alle ore 11:50 nella stessa zona a 7 km di profondità. A seguito della scossa tellurica a Castelfiorentino, alla sala operativa dei vigili del fuoco di Firenze sono giunte alcune telefonate di cittadini che chiedevano notizie. È arrivata anche una richiesta di verifica per una crepa già esistente dopo il precedente sisma


Paura anche nelle chiese del Maceratese dove questa mattina la scossa è arrivata sui banchi per la festa di Ognissanti. È stato puro terrore, con i fedeli che scappano ed hanno accalcato le uscite. I sacerdoti dall'altare:
«Attenzione, non ostruire le uscite, muovetevi con calma». Molte messe nelle zone terremotate sono poi proseguite all'aperto, come della chiesetta di Saline a Penna San Giovanni in provincia di Macerata. Anche molti funerali in programma oggi si sono tenuti all'aperto, unico modo per sfuggire al terremoto senza fine.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pur mantenendo gli impegni istituzionali della sua visita in Israele, domani anticiperà il rientro e si recherà nelle zone del terremoto. Lo si è appreso oggi a Betlemme dove il capo dello Stato si trova in visita all'Autorità Nazionale Palestinese. 

Il suolo nelle zone colpite si è abbassato fino a 70 centimetri, in base a quando indicano le prime immagini inviate dai satelliti. 

 

 




Il premier Matteo Renzi assicura che tutti i borghi che «sono l'identità italiana» verranno ricostruiti «presto e bene». «A regola d'arte. Con il controllo dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini. Non va sprecato nemmeno un centesimo e dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che, a differenza di alcune vicende del passato - scrive Matteo Renzi nella sua newsletter - sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri».
Il premier, al termine del Cdm straordinario, ha spiegato che i container arriveranno nelle prossime settimane, prima di Natale.  

 
 
«Ridateci le tende» è la richiesta che è arrivata dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all'interno della zona rossa. 

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