Blitz antiterrorismo a Foggia:
arrestato egiziano affiliato all'Isis

Blitz antiterrorismo a Foggia: arrestato egiziano affiliato all'Isis
Martedì 27 Marzo 2018, 08:17 - Ultimo agg. 14:00
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È in corso a Foggia un'operazione antiterrorismo congiunta, della Digos e della Guardia di finanza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato all'arresto di un uomo di origine egiziana e con cittadinanza italiana, 58 anni, sposato con una donna italiana, accusato di fare parte dell'Isis. Durante l'operazione è stata anche perquisita la sede di un'associazione culturale a Foggia, «Al Dawa», di cui l'uomo era il presidente e sequestrati conti correnti.
 


L'uomo, che teneva lezioni di religione ai bambini del centro culturale islamico di Foggia, sarebbe stato incastrato da alcune pubblicazioni internet e da riscontri investigativi. In totale sono state tre le perquisizioni, personali e domiciliari, eseguite all'alba dalla Polizia. Il Gigo della Gdf ha proceduto al sequestro preventivo urgente della sede dell'associazione e dei conti correnti del cittadino egiziano.

Indottrinava i bambini sul martirio durante le lezioni di religione che teneva due volte a settimana nell'associazione culturale islamica «Al Dawa» di Foggia, di cui era presidente. Il 59enne Abdel Rahman, cittadino italiano di origine egiziana arrestato oggi su disposizione della Dda di Bari per terrorismo internazionale, è accusato di aver insegnato a una decina di bambini, ora segnalati al Tribunale per i Minorenni, il concetto di guerra santa, spiegando loro che l'unico modo per ottenere il Paradiso era la morte in battaglia. Per alcuni mesi quelle lezioni sono state intercettate.
«Vi invito a combattere i miscredenti, con le vostre spade tagliate le loro teste, con le vostre cinture esplosive fate saltare in aria le loro teste. Occorre rompere i crani dei miscredenti e bere il loro sangue per ottenere la vittoria», diceva l'indagato ai bambini. Agli atti della magistratura barese ci sono video e documenti, condivisi dal 59enne in rete tramite Facebook, Whatsapp e Twitter, che inneggiano alla jihad, con istruzioni su come costruire armi, nei quali si parla «dell'obbligo di distruggere le chiese e trasformarle in moschee, individuando - spiegano gli inquirenti - l'Italia come obiettivo dell'attività terroristica».

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