Terza dose, agli anziani a dicembre e ai sanitari a gennaio: il timing per la ripresa delle vaccinazioni

Terza dose, agli anziani a dicembre e ai sanitari a gennaio: il timing per la ripresa delle immunizzazioni
Terza dose, agli anziani a dicembre e ai sanitari a gennaio: il timing per la ripresa delle immunizzazioni
Mercoledì 8 Settembre 2021, 16:57 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 12:17
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Via alla somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid da fine settembre agli immunodepressi (circa 3 milioni), poi entro fine anno - probabilmente a dicembre - agli anziani over 80 e all'inizio del prossimo anno - tra gennaio e febbraio - agli operatori sanitari. È questo, a quanto si apprende da fonti di Governo, il timing previsto per la somministrazione della terza dose. Dall'Aifa è già arrivato il chiaro orientamento di procedere partendo proprio dai più fragili, una scelta per altro già condivisa in queste ora anche in Spagna. Ma la terza dose è già una realtà avviata in diversi paesi, a partire da Israele.

Terza dose, le reazioni  

L'agenzia italiana del farmaco sta scrivendo il parere che guiderà questa nuova fase della campagna vaccinale, che si accavallerà a quella ancora non conclusa per il raggiungimento dell'immunità di gregge. E le regioni cominciamo a organizzarsi. «Se le autorità preposte danno l'ok» sulla terza dose di vaccino «noi ci siamo. Mi auguro che la decisione possa essere presa il prima possibile perché, se sarà ritenuta utile, prima si parte meglio è», ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

«Io farò la terza, la quarta, la quinta ed anche la sesta dose, se sarà necessario», ha detto il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. «Lo farei - ha proseguito De Luca - per dimostrare che il vaccino è sicuro nella misura in cui sono sicuri tutti gli altri medicinali».

Per la terza dose «organizzativamente ci stiamo già preparando - ha detto ancora - intanto perché abbiamo delle scadenze inevitabili e la prima riguarda il personale sanitario. Chi si è vaccinato a gennaio avrà ora delle difese immunitarie più basse».

«Mediamente l'80% dei pazienti in terapia intensiva sono non vaccinati, in alcuni casi si tocca il 100%», ha invece ricordato il Governatore del Veneto Luca Zaia commentando l'andamento dei dati ospedalieri. Per Zaia serve un'estrema attenzione per gli immunodepressi e gli anziani. Secondo il presidente, per una decisione sull'eventuale terza dose di vaccino «bisogna studiare la durata anticorpale dei vaccini. Pare evidente che dopo 10 mesi sia meno efficace, sarebbe opportuno avere decisioni veloci per organizzare la macchina, dando anche la possibilità di accedere alla terza dose volontariamente».

De Luca: «Terza dose? Ne farei anche 6, i vaccini sono sicuri»

E Zaia rivolge un appello «a chi deve ancora vaccinarsi e lo vuole fare di farlo al più presto, c'è posto ed è bene sfruttarlo prima che se si vada alla terza dose perché si finisce in ultima fila». Del resto per Anthony Fauci, il più celebre immunologo americano, la terza dose anti-Covid è una «buona idea». Si è visto infatti visto che dopo alcuni mesi l'efficacia dei vaccini diminuisce. Per questo «prevediamo entro settembre di iniziare a distribuire negli Usa la terza dose». Un nuovo studio della Yale School of medicine ha cercato di individuare i pazienti a più alto rischio di infezioni covid 'breakthrough', ossia che avvengono in persone già vaccinate. Si tratta di casi «estremamente rari» - specifica il rapporto pubblicato sulla rivista «Lancet Infectious Disease» - ma tra questi, la maggior parte delle infezioni ripetute più gravi sono apparse in anziani di età media 80.5 anni e che presentano altri fattori di rischio, quali obesità o diabete.

E fragili e anziani sono proprio le prime categorie che riceveranno la terza dose. I sanitari infine, che furono i primi a ricevere i vaccini a partire dagli ultimi giorni del dicembre scorso, riceveranno la loro terza dose a partire dal prossimo anno. Al momento sono 644, secondo un aggiornamento della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che stima che i non ancora vaccinati siano 1500: una percentuale dello 0,3%. «Si tratta di una minima parte dei colleghi, ma anche questi piccoli numeri costituiscono una sconfitta per la professione» afferma il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli.

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